Goffa, buffa, ma anche dolce e coraggiosa. Ironica, autoironica, con la testa sempre fra le nuvole. In perenne lotta coi chili di troppo, con le brutte figure, con gli amori sbagliati e quelli agognati: Bridget Jones è un’eroina dei tempi nostri. Frutto della fantasia di Helen Fielding eppure incredibilmente reale. Simbolo di tante trentenni che, a causa dei loro complessi, non riescono a vedere quanto siano meravigliose (e per fortuna gli altri lo vedono, eccome). La trasposizione cinematografica è stata un trionfo fin dal primo capitolo: un incasso di oltre 280 milioni di dollari, una nomination agli Oscar per Renée Zellweger, critica in visibilio, pubblico idem, grandi consensi anche per gli altri due co-protagonisti Colin Firth e Hugh Grant.
Nel 2004 è arrivato il sequel, Che pasticcio, Bridget Jones! (il libro risale invece al 1999), e il successo è stato bissato su tutti i fronti. Nel 2011 si è parlato di un terzo episodio, ma per ignoti motivi i tempi si sono dilatati. Adesso, finalmente, il count down volge al termine: il prossimo ottobre esce in Gran Bretagna e in America il volume Bridget Jones: mad about the boy (Bridget Jones: pazza per il ragazzo). E l’aria è densa di novità.
Sì, perché al momento non si hanno notizie circa l’identità del “boy” citato nel titolo: è un fidanzato, dunque un boyfriend, oppure un toyboy? O c’è dell’altro ancora… Magari si tratta di un nipotino, un figlio? I lettori lo scopriranno presto, ma una cosa è certa: la Jones si dovrà scontrare con la tecnologia, il mondo della comunicazione virtuale e dei social network… Come se la caverà?
Affinché il libro arrivi in Italia bisognerà attendere ancora un po’; pare che sia già in via di definizione, d’altra parte, il progetto relativo alla sua versione cinematografica. E c’è la possibilità che la Zellweger abbia qualcun altro al proprio fianco… Ma Firth e Grant che fine faranno?
Foto by Kikapress
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