Arance e martello, Diego Bianchi debutta alla regia

Una ne pensa e cento ne fa, è proprio il caso di dirlo. Diego Bianchi alias Zoro ha reso noto il proprio nome agli inizi del Duemila, indossando abilmente le vesti di blogger. Poi sono arrivati quei video di Tolleranza Zoro, che hanno spopolato su Youtube grazie allo sguardo lucido e dissacrante con cui si posavano sulla scena politica nazionale. Poi ancora, l’incontenibile Zoro ha sfoderato la sua anima da giornalista curando una rubrica su Il Riformista e nel frattempo è sbarcato a La7. Negli anni sono arrivati programmi tv, altre rubriche e altri video. La scorsa primavera ha condotto Gazebo in seconda serata su Rai3, ma evidentemente la sua mente stava già frullando una nuova idea. E adesso eccola, quasi pronta da servire: Bianchi debutta alla regia con il film Arance e Martello, prodotto da Fandango per Rai Cinema.

Le riprese sono cominciate oggi, 5 agosto, a Roma. Per l’esattezza nel mercato di via Orvieto a San Giovanni, quartiere in cui Diego vive da sempre: “da tempo – spiega in un’intervista a Repubblica – ho voglia di scrivere su questa zona, mi è molto familiare. L’idea scatenante è stata la frase di un signore: ‘Se chiudono il mercato, scoppia la rivoluzione’. Come tanti mercati rionali, anche via Orvieto è sempre in bilico tra riqualificazione, promesse di investimenti, chiusura. A Roma la prospettiva di una rivoluzione è un’ipotesi quotidiana, di fatto non scoppia mai niente, ma sentire queste parole fa un certo effetto perciò nella finzione del film accelero i tempi. Non proprio rivoluzione, ma c’è un bel casino“.

Le arance del titolo, dunque, riportano al mercato. E il martello?E’ chiuso in alto da una parete gialla che delimita i lavori della Metro C cominciati anni fa – chiarisce Bianchi – nessuno sa quando finiranno. Oltre questa muraglia c’è l’altro elemento del film, una sezione storica del Pci, poi Pds, ora Pd, i miei mi portavano da piccolissimo, poi ho fatto la diffusione dell’Unità, tutte le cose della militanza. La separazione tra il partito e il mercato è l’immagine evidente della metafora sulla distanza tra politica e paese reale. Arance e martello si svolge nell’arco di una sola giornata del 2011, con i vestiti, la lingua, il costume di due anni fa. È un film politico e anche storico“.

Bianchi è anche fra gli interpreti della pellicola, nel ruolo di se stesso. E diciamolo una volta per tutte: lui, la distinzione fra Diego e Zoro, non la vede. Zoro non è un personaggio inventato: “diciamo che fin da piccolo avevo questi problemi di coinvolgimento politico, calcistico. Le caratteristiche che mi vengono di volta in volta attribuite, sono mie. Sono io, nel bene e nel male“.

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