Ettore Scola, “Che strano chiamarsi Fellini”: Venezia si commuove

Il mio film su Fellini sta suscitando commozione; ma Fellini era autoironico, non commovente“: così Ettore Scola commenta (come riportato dall’Agi) l’accoglienza ricevuta alla 70esima Mostra del cinema di Venezia dalla sua ultima fatica, che sarà nelle sale il prossimo 12 settembre. Il noto regista (suoi sono film ormai appartenenti alla storia nazionale fra cui Una giornata particolare, Brutti, sporchi e cattivi, C’eravamo tanto amati) oggi ritira il premio il premio Jaeger-Le Coultre Glory To The Filmaker 2013 e ad accompagnarlo c’è sua figlia Silvia, professione sceneggiatrice: “Questa reazione – dichiara lei – ci ha spiazzato. In realtà siamo partiti dall’ironia di questi due maestri, comunque ci fa molto piacere“.

Scola torna dopo dieci anni di lontananza dal set e lo fa proprio per rendere omaggio a Fellini. Che prima di tutto era un suo amico, l’amico Federico. Nel film – che coincide con il 20esimo anniversario della sua scomparsa – recitano i suoi nipoti Giacomo e Tommaso, che interpretano lui stesso e Fellini. E si ripercorre la vita del maestro riminese, anche attraverso immagini di repertorio, partendo dal debutto che avvenne nel 1939 (nella rivista satirica Marc’Aurelio), per giungere fino al 1993, anno in cui vinse il quinto Oscar e spense le sue ultime candeline. “Il film – spiega Scola – è un album ricco di fotografie, scritti e ricordi e come capita alcuni ricordi possono essere offuscati, così li abbiamo ricostruiti attraverso la finzione. Questo album è rivolto ai giovani perché Fellini ha parlato e parla a loro. I giovani d’oggi hanno più opportunità di noi, in confronto eravamo degli aborigeni“. Del cast fanno parte anche Maurizio De Santis ed Ernesto D’Argento, rispettivamente nel ruolo di Marcello Mastroianni e Sergio Rubini.

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