“Anni felici”, Daniele Luchetti a Toronto: “Nessuna sacralità come Cannes o Venezia”

Non manca molto: il prossimo 3 ottobre arriverà nelle sale Anni felici, l’atteso film di Daniele Luchetti che ha come protagonista Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti. Una storia dichiaratamente autobiografica, che il regista romano ha costruito mettendoci (in tutti i sensi) l’anima e che già desta grande curiosità. La pellicola è stata presentata e applaudita al Toronto Film Festival e Luchetti ha espresso soddisfazione non solo per tale accoglienza positiva ma anche per l’aria che si respira laggiù. La scelta di non andare a Venezia, dunque, è stata premiata.

“ANNI FELICI”, IL TRAILER: GUARDA

Ha scelto facebook per raccontare, senza peli sulla lingua e senza mandarle a dire, il suo punto di vista. “Proiezione di qualità tecnica incredibile – ha scritto a proposito della kermesse estera – si vedeva ogni dettaglio“. Quanto alle reazioni della gente, “sembrava – ha aggiunto Luchetti – che il pubblico seguisse la storia, ci credesse. Hanno riso, hanno applaudito, hanno amato gli attori, che qui ringrazio ufficialmente perché sono TUTTI grandiosi“.

C’era un’atmosfera “rilassata, come se un film non fosse un’arma di distruzione di massa, ma una storia raccontata nel buio con voce amica da un narratore in buona fede. Poi complimenti, strette di mano, foto ricordo con gente altissima o bassissima, obesa o molto atletica. Nessuno isterico, nessuno con puzza sotto il naso, il cinema come un affare popolare e divertente“. Il regista non ha risparmiato le – comprensibili – stoccate: “Niente body guard e tappeto rosso. Nessuna sacralità come Cannes o Venezia. Qualcosa in questo si perde, e allo stesso tempo si guadagna. Niente conferenza stampa, ma domande e risposte con un pubblico attento e cordiale“.

Parole che fanno riflettere e che dovrebbero essere lette con attenzione in ogni loro sfumatura. Condivisibili o meno, certo, ma degne di attenzione. La semplicità e la sincerità valgono più dell’immagine e degli effetti speciali. Oppure no?

Foto by Kikapress

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