Andrà in onda su Raiuno, nella prima serata di lunedì 28 e martedì 29 ottobre, la miniserie tv Adriano Olivetti. La forza di un sogno. Un appuntamento atteso per due validi motivi: la figura di Adriano Olivetti merita di essere conosciuta e riscoperta, tanto per cominciare; e il protagonista, ovvero colui che è stato chiamato a vestire i suoi panni, è Luca Zingaretti. Un attore capace di mettere tutti d’accordo e che pare non sbagliare mai un colpo.
Nato a Ivrea nel 1901, Adriano era figlio di Camillo Olivetti, il fondatore della Ing C. Olivetti & C, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere; grazie al suo intuito e alla sua indiscussa passione seppe dare un notevole contributo allo sviluppo dell’industria italiana (tra l’altro, fu lui a costruire il primo calcolatore al mondo) e seppe anche farsi amare per le sue idee riguardanti la gestione dei profitti: secondo lui la priorità consisteva nel reinvestirli a beneficio della comunità: “Io voglio – dichiarò ai suoi operai durante uno dei suoi discorsi più celebri – che la mia Olivetti non sia solo una fabbrica ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici“.
E proprio tali parole rappresentano il fulcro della miserie prodotta da Rai Fiction e dalla Casanova Multimedia di Luca Barbareschi con la collaborazione di Telecom Italia; al progetto hanno partecipato anche la Pirelli, la Film Commission Torino Piemonte e la Fondazione Adriano Olivetti. Zingaretti non nasconde la soddisfazione per quest’ingaggio: “Quello di Olivetti – ha detto durante la conferenza stampa di presentazione – era un modo nuovo, illuminato di concepire il rapporto datore di lavoro-dipendenti. E’ stata una figura importante, un uomo che si è distinto e che per questo, come spesso succede nel nostro paese, è stato isolato“.
Fiera e contenta anche la figlia dell’imprenditore, Laura: “Il film, come ovvio, è romanzato rispetto alla realtà ma una cosa è certa: mio padre ha avuto molti più nemici che amici, e questo dalla serie – dove il nemico ha il volto di Francesco Pannofino – emerge bene“. Controllato dai servizi segreti americani, che temevano una sua vicinanza ai comunisti, Olivetti fu ucciso da un infarto all’età di 59 anni mentre viaggiava su un treno diretto a Losanna; il film racconta anche delle donne che rivestirono un ruolo importante nella sua vita e che sono interpretate da Francesca Cavallin, Stefania Rocca, Elena Radonicich, Antonella Bavaro e Serena Rossi. La regia è di Michele Soavi, suo nipote: “Ho cercato – spiega – di fare il ritratto di una persona illuminata ma semplice. Mi ricordo che mio nonno in casa parlava sempre della bellezza: diceva che è lei, la bellezza, che, insieme alla libertà, ci aiuta ad essere felici“.
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