Categorie: Interviste

Claudia Potenza: “Essere palesi va bene, sgomitare no…”

La voce di Claudia Potenza è di quelle che emanano calore e conquistano. Ritmo giusto, pause giuste, volume giusto. Nulla di calcolato, il merito non va al suo mestiere di attrice ma all’incontro fra la sua testa e il suo cuore. In sottofondo ce n’è un’altra, di voce: quella del suo bambino. Ha un po’ d’influenza, la chiama, mangia uno spicchio di mela. E lei, Claudia, gli parla. Con le parole l’avvolge e protegge. Lo guarda, riflette, poi decide di condividere un suo pensiero: “Sono felice di fare questo lavoro avendo una famiglia. Perché la famiglia è qualcosa che ti ‘sposta’ quando sei afflitta, che ti dà forza quando è necessaria. Ho un bimbo e un compagno molto, molto speciali. Voglio dirlo perché è proprio la verità, è un pensiero semplice ma pieno. Alcuni vanno dicendo che, per gli attori, la solitudine rappresenta una condizione fondamentale per concentrarsi; io non credo affatto che sia così. Per creare qualcosa è importante avere qualcuno di solido accanto“.

Il 2013 si chiude in modo assai positivo per Claudia e la sua carriera. Lo scorso ottobre è uscito il nuovo film di Rocco Papaleo, Una piccola impresa meridionale, in cui lei ha un ruolo-chiave (è la sorella dello Costantino, prete spretato nelle cui vesti c’è lo stesso Papaleo, e tradisce il marito con una donna) e con cui ha ottenuto un consenso generale. Fino all’8 dicembre scorso è stata in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma con lo spettacolo Intrattenimento violento per la regia di Eleonora Danco: “si è chiuso con risultati davvero inaspettati – è il suo commento – e ne sono davvero felice“.

Fai teatro, cinema, tv: quale preferisci fra questi mezzi di comunicazione ed espressione?
Non ci sono preferenze in tal senso… Esiste solo questo lavoro e come lo fai, esistono le cose belle e come le fai. Il teatro è meraviglioso ma anche molto faticoso, per esempio; il cinema si muove su altri binari ed è altrettanto meraviglioso.

Cosa significa essere un attore?
Eh, bella domanda (sorride, ndr)… L’attore è una persona che esorcizza la propria schizofrenia con il suo stesso mestiere e ne fa una ragione di vita. La recitazione permette di sguazzare dentro stati d’animo che hai conosciuto oppure no; di abbandonarsi in flussi di coscienza e poi buttarli fuori.

In Una piccola impresa meridionale interpreti una donna innamorata di una donna.
E’ un ruolo molto delicato, anche se sarebbe sbagliato dire che questo film è basato su una storia lesbo. Ho pensato fin dall’inizio che sarebbe stato divertente interpretare la sorella di Papaleo e mettere le corna a Riccardo Scamarcio (ridacchia, ndr). Rosa Maria è una ragazza forte, capace di concretizzare una vera e propria ribellione; anche Maria Teresa, il mio personaggio in Basilicata Coast to coast (primo film di Rocco Papaleo che è valso a Claudia una nomination ai David di Donatello, ndr) ha colori così decisi. Il fatto è che Rocco è particolarmente bravo a individuare e scrivere i personaggi femminili. Il rischio che Rosa Maria risultasse ‘ovvia’ era più che concreto; non è successo, per fortuna, perché lui sa tirarti fuori cose diverse. E ha saputo creare un suo stile già molto riconoscibile.

Un tuo pensiero sullo stato del cinema italiano.
Che dirti… In questo Paese si osa poco. E non si crede mai fino in fondo nelle storie. Nell’altro. Bisognerebbe mettere l’Italia davanti a una forma mentale diversa. In questo, grande merito va a Checco Zalone che in qualche modo ha saputo risvegliare la gente e condurla al cinema, abbattendo una serie di pregiudizi sul cinema italiano che davvero non hanno motivo di esistere.

Claudia, ti consideri una persona ambiziosa?
Sono ambiziosa e non me ne vergogno. Ma non scalpito, o meglio: sono una persona che scalpita dentro di sé. E credo che sia normale: l’arte brucia da una parte, mentre dall’altra bisogna pagare le bollette… Se vivi di ciò che fai, ovvio che scalpiti. Però cerco anche di crearmi alternative. Si abusa molto di questo mestiere, tutti vogliono fare l’attore-l’attrice e molti non si rendono conto di quanto peso abbia fare una simile dichiarazione.

A che punto sei della tua carriera?
Un punto delicato, di passaggio. Non sono all’inizio, non sono neppure una veterana. Non amo mettermi in mostra ma voglio essere notata per il mio lavoro. Essere palesi va bene, sgomitare no…. C’è gente fa carriera dandola a bere, creando bluff, senza spessore. Ma non bisogna pensare agli altri: se pensi agli altri, muori.

Cosa vorresti dal 2014?
… Una cosa bella. Con la C e la B maiuscola.

Foto by Kikapress

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Redazione

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