Amici come noi: Pio e Amedeo puntano al “pubblico tamarro”

A Pietro Valsecchi piace scommettere. E gli piace vincerle, le scommesse. Con la sua Taodue ha puntato sul Sole a catinelle di Checco Zalone e i risultati si sono tradotti in un incasso pari a 50 milioni di euro; giovedì 20 marzo tocca invece al debutto sul grande schermo di Pio D’antini e Amedeo Grieco, diventati noti grazie alle Iene e quindi nelle vesti degli sfacciati “ultras dei vip”. Valsecchi ha scommesso ancora: il film s’intitola Amici come noi e sarà distribuito per un totale di oltre 400 copie (è costato 3 milioni); oltre al duo comico, del cast fa parte anche la dolce e peperina Alessandra Mastronardi.

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Pio e Amedeo sono due veri comici – spiega Valsecchi dalle pagine di Repubblica – sono venuti a trovarmi nel mio ufficio e io dopo aver visto le loro cose su YouTube e in tv mi sono convinto: sono due tamarroidi e funzionano perché il pubblico tamarro esiste“. Convinzione condivisa anche dal regista della pellicola, Enrico Landi (I soliti idioti): “Pio e Amedeo sono esattamente come li vedi nei loro sketch, pensavo che sul set sarebbero stati diversi da come appaiono nelle Iene e invece sono proprio così: cafonissimi“.

E’ la storia di una coppia di amici di lunga data proprietaria di una bizzarra ditta di pompe funebri a Zapponeta, piccolo centro nel foggiano. Pio sta per sposare Rosa (la Mastronardi) ma durante la festa di addio al nubilato scopre che sul web gira un filmino a luci rosse di cui proprio lei è la protagonista. Nonostante la smentita della diretta interessata, le nozze vengono annullate e lo sconsolato Pio parte insieme al fido Amedeo (giocatore di calcio e single convinto con la passione delle scommesse sportive) per dimenticare. Sarà un lungo giro con tappe a Roma, Milano ed Amsterdam: qui Pio tenterà di riconquistare la sua fidanzata.

Amici come noi è un film leggero e divertente, sia pur non privo di qualche difetto: la sceneggiatura, a tratti, si allinea troppo allo stile di Sole a catinelle e non tutte le gag risultano originali; la grande sintonia fra i due protagonisti, d’altra parte, fa passare in secondo piano queste piccole – quanto comprensibili – défaillance. In altre parole: basta una loro battuta e tutto s’aggiusta. Il dialetto pugliese e alcuni luoghi comuni di quelle terre e più in generale degli uomini medi italiani rappresentano senza dubbio un altro punto di forza, le promesse non sono esagerate ma tutte rispettate. Sicuramente non è una pellicola che pecca di presunzione così come non peccano di presunzione Pio e Amedeo: ciò, oltre a rendere onore, troverà l’approvazione del pubblico.

Insomma: la promozione è meritata, soprattutto se si considera che siamo dinanzi a una prima esperienza. Valsecchi con ogni probabilità vincerà pure questa scommessa. L’ultima parola, come sempre, spetta al botteghino. Dunque alla gente comune. E ai tamarri, naturalmente.

Foto Mario Cartelli/LaPresse

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