Alabama Monroe: una storia che “parla d’amore” sulle note del bluegrass

E’ uscito nelle sale cinematografiche italiane ieri – giovedì 8 maggio – Alabama Monroe – Una storia d’amore (The Broke Circle Breakdown), pellicola diretta da Felix Van Groeningen che si è aggiudicata il premio Lux assegnato dal Parlamento Europeo e il César francese come Miglior film straniero. I protagonisti sono Elise (Veerle Baetens) e Didier (Johan Heldenbergh): lei ha un negozio di tatuaggi, mentre lui suona il banjo in un gruppo. I due s’incontrano grazie alla passione per il bluegrass – il country nella versione più pura – e dal loro amore nasce Maybelle, una bella e dolce bambina che però all’età di sei anni si aggrava gravemente. Elise e Diedier reagiscono in modi completamente opposti, ma hanno lo stesso obiettivo: tenere unita la famiglia.

Il regista belga immerge in due protagonisti in uno sfondo musicale fatto di bluegrass, ma anche in un melodramma. Non si tratta assolutamente di una storia d’amore. O almeno, non di quelle classiche. E’ una storia che parla di amore e di come possa cambiare la vita di ognuno di noi. Nel bene e nel male. Il racconto è fatto di continui flashback, con intrecci tra passato prossimo, remoto e presente per mostrare allo spettatore i momenti tristi di ora ed i momenti felici di un tempo. Per far riflettere su come le cose possano cambiare in un instante. Interrogarsi sul senso della vita: ecco lo scopo del regista. Baetens e Haldenberh si sono identificati perfettamente con Elise e Didier, dando un’interpretazione molto credibile senza mai cadere nel ridicolo.

La scansione del tempo è la caratteristica che colpisce di più: ci sono didascalie e riferimenti storici – come quello dell’attentato alle Torri Gemelle di New York – che sembrano andare a tempo di musica. Il montaggio è perfetto ed anche la regia che passa da un registro solare ad uno più malinconico. Il film nel complesso convince pienamente e non ci stupiamo davvero che fino all’ultimo abbia rischiato di soffiare a La grande bellezza di Paolo Sorrentino l’Oscar come Miglior film straniero.

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