E’ venuto a mancare a novantotto anni Eli Wallach, una delle icone del cinema spaghetti western: da qualche giorno su Facebook girava la voce del suo decesso, ma la conferma è arrivata proprio qualche ora fa ai media americani direttamente dalla figlia Katherine. Nato in un piccolo quartiere di Brooklyn nel 1915, Wallach si laureò in Storia alla University of Texas di Austin e dopo aver ottenuto anche un master, prestò servizio come sergente dell’esercito statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale. Per questo motivo il suo debutto a teatro arrivò tardi: nel 1946 si iscrisse all’Actor Studio e solo qualche anno più tardi ottenne numerosi successi sul palcoscenico grazie a La rosa tatuata (1951) di Tennessee Williams (vinse così un Theatre World Award ed un Tony Award) ed Il rinoceronte (1961) di Eugene Ionesco.
Debuttò poi al cinema in Baby Doll (1956) e successivamente lavorò con grandi registi come Sergio Leone (Il buono, il brutto e il cattivo del 1966), John Huston (Gli spostati del 1961), John Sturges (I magnifici sette del 1960) e Francis Ford Coppola (Il padrino – parte III del 1990). Negli ultimi anni di vita partecipò come guest star in alcune serie televisive (Law and Order – I due volti della giustizia, E.R. – Medici in prima linea, Nursie Jack) e film di successo (Mystic River di Clint Eastwood del 2003, L’amore non va in vacanza di Nancy Meyers del 2006, Wall Street – Il denaro non dorme mai di Oliver Stone del 2010).
Non avendo mai ricevuto nemmeno una nomination agli Academy Award, nel 2010 venne premiato con l’Oscar alla carriera: “Da attore ho interpretato un intero campionario di banditi, ladri, signori della guerra e molestatori“, disse in occasione della premiazione. Sicuramente la sua interpretazione più famosa è quella del “brutto”, ovvero Tuco Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez, nella pellicola di Leone (ruolo che inizialmente sarebbe dovuto essere di Gian Maria Volontè).
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