Categorie: Interviste

Squadra antimafia 6, Francesca Valtorta: “Preparatevi ai colpi di scena”

Francesca Valtorta non ha ancora visto le puntate di Squadra antimafia 6. Dovrà aspettare come tutti la prossima stagione televisiva. Può sembrare strano, visto che lei è fra i protagonisti della nuova stagione, ma questa è la regola che vale per tutto il cast. Si gira, si recita, si dà vita al copione ma poi bisogna accontentarsi di qualche spezzone “rubato” dai monitor e tenere a freno la curiosità fino alla messa in onda su Canale 5. Niente sconti, niente vie preferenziali. Anche per questo, Francesca non vuole darsi un voto in pagella: “Io ce l’ho messa tutta, spero di aver fatto un bel lavoro ma non potrò mai essere giudice di me stessa“. E comunque non si sente mai completamente soddisfatta di se stessa: Francesca è assai severa con Francesca.

E’ stata arruolata nel cast dopo un regolare provino, nel suo curriculum ci sono precedenti ingaggi da parte della Taodue di Pietro Valsecchi: l’abbiamo vista in Ris Roma 2 e 3 e anche ne Le mani dentro la città. Ha saputo che cercavano l’interprete di Rachele Ragno, donna appartenente a una famiglia di mafiosi, s’è messa alla prova “senza aspettarmi di essere presa“. Non se l’aspettava per una serie di motivi, prima di tutto perché nel suo sangue non scorre nemmeno una goccia di sicilianità e invece Rachele è siciliana fino alle ossa. Poi perché “lei è molto diversa da me, proprio in tutto“. Invece è arrivata la fatidica telefonata. Ed è iniziata una di quelle avventure difficili da dimenticare.

Chi è Rachele Ragno?
E’ l’unica figura femminile della famiglia Ragno. Un nucleo appartenente alla criminalità organizzata e capeggiato da Ettore (Fabrizio Nevola, ndr), che mira a riprendere il potere sulla città. All’inizio, essendo donna, Rachele è un po’ in disparte. Viene tenuta lontana dalle questioni “pratiche”, diciamo così. E vive all’ombra di Ettore, cui è legata in modo quasi morboso. Puntata dopo puntata, però, le cose cambiano. Lei diventa più autonoma e forte, dimostra di essere intelligente e razionale al contrario di Ettore che invece è troppo istintivo. E allora prenderà il via una lunga serie di colpi di scena…

La Squadra Duomo dovrà vedersela solo con la famiglia Ragno o ci sarà qualche altro nemico da fronteggiare?
Ci sarà una sorta di “potere oscuro” con cui i Ragno collaboreranno. Un’entità che metterà insieme personaggi sia vecchi che nuovi. Questa stagione di Squadra antimafia è caratterizzata da una grande ambiguità: coloro che finora sono apparsi buoni, passano dalla parte dei cattivi. E viceversa. Nulla è da escludere a priori.

Che tipo di lavoro hai fatto per calarti nei panni di questa donna?
Un lavoro lungo e attento, soprattutto perché – appunto – lei è molto diversa da me. Ho imparato il siciliano, anche se i registi non hanno preteso un accento troppo esplicito per evitare forzature. E poi, proprio con i registi, abbiamo fatto una serie di incontri precedenti l’inizio delle riprese per parlare di personaggi, creare storie pregresse che non saranno raccontate ma ci sono state molto utili per costruire la loro psicologia e anche la loro immagine. Le abitudini, i modi di fare. E’ stato un lavoro molto interessante, che di solito si fa nelle scuole di recitazione. Alla fine, sul set bastava uno sguardo per capire la direzione verso cui andare.

Rachele è diversa da te anche fisicamente?
Sì, nel senso che si veste e si trucca come io non farei mai nella realtà (sorride, ndr). Ha uno stile molto aggressivo. E proprio il make up e i suoi abiti mi sono stati utilissimi: già quando mi truccavano gli occhi da gatta, per esempio, cominciava la trasformazione…

Come ti sei trovata con i componenti “storici” del cast, a cominciare da Giulia Michelini e Marco Bocci?
Con Giulia Michelini non ho lavorato molto e lo stesso vale per gli altri membri della Squadra Duomo. Ho lavorato molto di più con gli altri interpreti nuovi, che come me fanno parte della famiglia Ragno. Con Marco mi sono trovata benissimo.

E proprio con Marco hai girato qualche scena bollente: s’accenderà la scintilla fra il vicequestore Calcaterra e la mafiosa Rachele Ragno?
Beh, ovviamente ci sarà qualcosa di fisico fra loro… Calcaterra ha un debole per le mafiose, ormai è chiaro: cosa dobbiamo farci? (ride, ndr). Io posso solo dire che sarà un rapporto molto diverso rispetto a quello con Rosy Abate (Giulia Michelini, ndr), per motivi che possono essere immediatamente intuibili e comprensibili.

A proposito di Rosy: Rachele Ragno può essere considerata la sua erede?
Se vogliamo parlare di nuova figura di cattiva, possiamo considerarla un’eredità… però sono personaggi molto differenti, che hanno fatto cammini del tutto diversi. Non credo si possa fare un paragone.

Il bilancio di questa esperienza?
Ottimo, senza dubbio. Per la prima volta mi sono trovata a lavorare con un personaggio così particolare. Le tante settimane sul set hanno permesso di creare contatti veri con attori e registi, dal punto di vista sia umano che professionale. Sono felice, sì.

Rachele Ragno ci sarà anche in Squadra antimafia 7?
Sì. Ma per ora non so altro…

Cos’è recitare per te?
E’ dare qualcosa agli altri. Non lavorare per se stessi. Certo, si provano tante emozioni e si fanno cose che nella realtà non si farebbero mai. S vivono situazioni che non si vivrebbero mai. Quindi lo fai per questo, ma prima di tutto per lo spettatore. Per trasmettere qualcosa. E’ anche questo il motivo per cui cerco di rispondere a tutti coloro che mi scrivono tramite Facebook: per ringraziarli. Perché la condivisione fra l’attore e il pubblico è la cosa più importante.

Foto Mario Cartelli/LaPresse

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Redazione

Passione e rispetto per la Settima Arte. Cinema trattato coi guanti... ma senza filtro! Perché siamo sempre dalla parte del pubblico che paga il biglietto!

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