Sono terminate le riprese di Italian Race, il nuovo film di Matteo Rovere (Un gioco da ragazze, Gli sfiorati) dedicato all’universo del motorsport. Un film che è prima di tutto una scommessa, perché sono davvero poche le pellicole che puntano i riflettori su questo mondo e cercano di raccontarlo fino in fondo, anche da un punto di vista emotivo e anche indagando su ciò che quasi mai viene a galla: il backstage, per intenderci. Il primo ciak risale all’uno settembre. La trama si è sviluppata anche grazie a Tonino, che nel film è interpretato da Paolo Graziosi e che ha raccontato a Rovere e compagni la storia di una diciassettenne figlia di un team manager. Eredita la passione del padre e comincia prestissimo a guidare le auto da corsa, arrivando a partecipare al campionato GT con una porsche da 500 cavalli. Poi però il genitore viene improvvisamente a mancare e in qualche modo gli subentra il fratello Loris De Martino, ovvero Stefano Accorsi. “Una sorta di angelo caduto“, come l’ha definito lo stesso regista, che in un modo decisamente originale insegna alla ragazza come sfruttare il suo talento e tramutarlo in vittorie.
Loris, però, è un tossico. Di conseguenza Accorsi ha dovuto fare un lungo lavoro per entrare nei suoi panni, perdendo molti chili e sotto molti punti di vista cambiando anche la sua essenza. Rovere assicura che sarà irriconoscibile e una tale affermazione, ovviamente, genera parecchia curiosità. Curiosità è anche quella da sempre nutrita da Rovere per il motorsport, per la passione e la tecnica che lo caratterizzano, ma l’adrenalina che scatena di continuo con i suoi viaggi fino al limite fra la vita e la morte. Italian Race, si badi, non è però una pellicola drammatica. Anzi, l’obiettivo è quello di… Divertire. Divertire, con queste premesse? Ebbene sì. E ancora un’altra secchiata di curiosità.
Italian Race è prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci con Raicinema, la sceneggiatura è firmata dallo stesso Rovere insieme a Filippo Gravino e Francesca Manieri; la fotografia è di Michele D’Attanasio, le scene di Alessandro Vannucci, il montaggio di Gianni Vezzosi, il suono di Angelo Bonanni ed i costumi di Cristina La Parola.
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