Ma che bella sorpresa, l’insolita commedia svela come trovare la “donna perfetta”

Esce domani, giovedì 12 marzo, nelle sale cinematografiche Ma che bella sorpresa, nuovo film scritto (a quattro mani con Giovanni Bognetti) e diretto da Alessandro Genovesi con protagonisti Frank Matano, Claudio Bisio, Valentina Lodovini, Chiara Baschetti (al suo debutto sul grande schermo) e con la partecipazione speciale di Ornella Vanoni e Renato Pozzetto. La trama si sviluppa sulla vita di Guido (interpretato da Bisio), un insegnante di letteratura di un liceo napoletano che viene lasciato dalla fidanzata dopo una vita insieme. Il suo collega (nonché ex allievo) Paolo (Matano) cerca in tutti i modi di tirarlo su di morale, ma non ci riesce. Il protagonista trova finalmente la felicità grazie a Silvia (la Boschetti), la donna perfetta: ama il calcio, tifa la sua stessa squadra e non si arrabbia mai. L’uomo è così abbagliato dalla sua presenza, da non vedere che la vicina di casa Giada (la Lodovini) gli fa il filo.

Non si tratta di una delle solite commedie che vuole far ridere a tutti i costi: Genovesi si concentra particolarmente sui sentimenti di Guido e soprattutto sulla sofferenza. Dal punto di vista “cinicamente comico” la sua storia fa divertire gli spettatori. E’ impossibile non ridacchiare di fronte alle sue disavventure alla ricerca della donna perfetta. Quella che però non esiste. O almeno è questo che Genovesi vuole farci intendere. Fin da subito infatti il pubblico scopre che Silvia non è una persona reale, ma fa solo parte dell’immaginazione del professore. Forse il regista ha sbagliato a rivelare questo dettaglio troppo presto. Avrebbe potuto almeno tenerlo nascosto quasi fino alla fine della storia per lasciare tutti di stucco. In questo modo c’è esattamente l’effetto contrario: alcune scene risultano noiose e scontate.

I dialoghi sono ben scritti, ma manca un vero e proprio filo conduttore di tutto il film e dei personaggi. Alcune parti non sono ben chiare e scadono nella retorica. Tutti gli attori hanno dato una grande prova di recitazione, tuttavia un riconoscimento particolare va a Matano: per la prima volta infatti è riuscito ad interpretare un ruolo adatto alle sue corde. Non più una macchietta come nei lavori di Paolo Ruffini, ma una spalla perfetta per Bisio. Sarà stato tutto merito di Genovesi? Magari Ruffini non è mai riuscito a dargli l’importanza giusta in questi anni? Nonostante ci siano diversi difetti, si tratta di un lungometraggio da andare sicuramente a vedere, anche per gustarsi lo sfondo di Napoli, una città che viene rappresentata (grazie alle ampie panoramiche) come un posto fantastico, quasi da cartone animato.

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