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Trainspotting 2: Ewan McGregor pronto a girare il sequel, pace fatta con Danny Boyle

Sono passati 19 anni da quando Trainspotting sbarcò nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, diventando in breve un cult indiscusso. Nel 1999 il British Film Institute l’ha inserito al decimo posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo e il successo è rimasto immutato nel tempo. Ancora oggi, quando lo passano in tv, migliaia di persone – giovani, soprattutto – restano come ipnotizzati. In casi simili, ovvio che l’idea di fare un sequel prenda subito forma, anche se spesso fra la teoria e la pratica ci sono vari ostacoli da superare. Mai dire mai, comunque. E allora ecco che Ewan McGregor, il protagonista della pellicola diretta dal grande Danny Boyle, che racconta le vicissitudini di un gruppo di tossicodipendenti, si è detto disposto a interpretare anche il secondo capitolo. Ha dunque cambiato idea, visto che finora aveva sempre respinto l’ipotesi di indossare nuovamente i panni dell’eroinomane Mark Renton.

Sono pronto a farlo – ha dichiarato l’attore scozzese nel corso dell’Edinburgh film festival – e ne ho parlato con Danny“. Adesso stanno ragionando insieme sul progetto, ma non v’è ancora nulla di certo: “Non ho visto uno script – ha continuato McGregor – e non so se ce ne sia già uno. Ci vorrà comunque molto, molto tempo“. Questo significa, comunque, che i due hanno fatto finalmente pace. Dopo aver lavorato con Boyle nei suoi primi tre film, infatti, Ewan ha rotto il sodalizio artistico. Motivo? Il regista ha scelto Leonardo DiCaprio per The beach e lui l’ha presa malissimo.

Successivamente Boyle l’ha chiamato proprio per il sequel di Trainspotting, ottenendo però un chiaro rifiuto. Ewan diceva di non gradire il libro da cui sarà tratto, ovvero Porno, anch’esso scritto (come il precedente) da Irvine Welsh: “Il libro – sono state le parole di Ewan – non mi è mai piaciuto. Il romanzo di Trainspotting era fantastico, bellissimo, commovente e disturbante e poi ho letto questo sequel… il libro di Welsh non mi ha toccato abbastanza. Penso anche che l’idea di riunirci tutti 15 anni dopo non sia proprio ottima, ci vuole più tempo. Non voglio rovinare la reputazione di Trainspotting, perché penso sia un film importantissimo per me e per il cinema britannico. Non vorrei che le persone ricordassero un sequel mediocre, invece di pensare al mito che ha lasciato quel film fenomenale“. Chissà come avrà fatto Boyle a convincerlo…

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Redazione

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