Ha debuttato come attore negli anni Ottanta, era ancora bambino e l’ha diretto il padre Marco (Vacanze in Val Trebbia e Salto nel vuoto). Diversi anni dopo è tornato a recitare per il noto genitore ne La balia (1999) e in Buongiorno, notte (2003); poi sono arrivate altre prove attoriali fra cui Melissa P. di Luca Guadagnino (2005), La pecora nera di Ascanio Celestini (2010), È stato il figlio di Daniele Ciprì (2012). Pier Giorgio Bellocchio ha anche interpretato diverse fiction (fra cui La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa) e calcato le scene teatrali. Giunto a quarant’anni, eccolo pronto ad affrontare un’altra prova: calcherà il red carpet per la prima volta con un ruolo da protagonista assoluto. E lo farà in un contesto a dir poco speciale: la 72esima Mostra del Cinema di Venezia. Il film è Sangue del mio sangue, la regia è ancora una volta di Marco Bellocchio. L’arte resta in famiglia.
“Il film – spiega Pier Giorgio – tratta argomenti molto privati della vita di mio padre, attraversa le epoche e arriva fino ai nostri giorni, vedendo cambiare ogni cosa intorno a noi. Io sono Federico Mai, soldato di ventura del 1600 tornato a casa per capire e indagare le ragioni che hanno spinto il gemello sacerdote a suicidarsi. E poi sono anche un suo lontano erede contemporaneo, un ispettore del demanio che si scontrerà con se stesso, con i propri fantasmi e con l’attore Roberto Herlitzka sullo sfondo di un paese dove tutti si conoscono e tutti fanno finta di non conoscersi“. Lo dice chiaramente: fare insieme cinema, per lui e per Bellocchio senior, è diventato un modo per costruire e sviluppare “il nostro rapporto umano e affettivo prima ancora che professionale“. Ed è proprio sul set che, all’inizio, hanno preso forma “gli scontri più epici e generazionali“. Adesso sono subentrate la complicità, l’intesa, la collaborazione totale, la fiducia reciproca “e un affetto collaudato e solido frutto di un lungo e difficile ma stupendo percorso di vita insieme. In Sangue del mio Sangue questi intrecci e sovrapposizioni di storie famigliari e di relazioni umane si consumano e sviluppano per centinaia di anni in questo esempio di libertà cinematografica“. Nelle sale italiane dal 9 settembre, distribuito da 01 Distribution.
Foto by Ufficio stampa
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