Io e lei: Buy & Ferilli sdoganano l’amore saffico nel nome della “normalità”

E’ questione di pochi minuti, poche scene. Giusto il primo impatto. Dopo di che lo spettatore dimentica che Margherita Buy e Sabrina Ferilli sono le protagoniste di una storia omosessuale e si concentrano invece sulla storia d’amore. La presunta diversità diventa perfetta normalità: è senza dubbio questo il più grande merito di Io e lei, nuova commedia diretta da Maria Sole Tognazzi – in sala dall’1 ottobre – che vede le due attrici rispettivamente nei panni di Federica e Marina. Stanno insieme da cinque anni ma vengono da strade opposte: Federica ha condotto un’esistenza da etero prima di incontrare Marina, ha un ex marito e un figlio studente universitario pacato e risolto (Domenico Diele). Marina, invece, è lesbica da sempre. Lesbica, sì. Una parola che Federica fatica ad accettare e in cui non riesce a identificarsi. Lei no, lei non è “lesbica”. Marina è stata e resterà l’unica donna della sua vita. E’ un nodo che la coppia, nonostante il forte legame e un sentimento reciproco quanto indiscusso, non riesce a sciogliere. Perché Marina vorrebbe vivere la propria natura con solarità e serenità, Federica si vergogna e tende a nasconderla. Le uniche discussioni, gli unici contrasti sono dovuti proprio a tale “resistenza”. Però Marina manda giù. Per non perdere la compagna, perché è ugualmente appagata dalla sua vicinanza. Perché va oltre. Schietta, Marina. Donna romana fino all’osso, dotata di senso pratico e di quell’ironia che consente di rendere tutto più facile. Nella prima parte del film sembra essere lei la più forte, lei a portare i pantaloni. Federica è svagata, con la testa fra le nuvole, con mille insicurezze. Marina è il suo baricentro. E l’equilibrio pare perfetto. Ma non lo è.

Non lo è, perché Federica piomba in una crisi profonda e comincia a porsi una serie di domande che inevitabilmente la allontanano dalla sua convivente. E allora i ruoli si capovolgono, Marina sente la terra tremare sotto i suoi piedi. Finisce in un precipizio. Diventa un “cesso”, come dice il fedele ma schietto filippino che da tanto tempo si prende cura della sua casa (e anche di lei). Federica pare determinata a non voltarsi più indietro e lascia Marina con i cocci della loro esistenza insieme fra le mani. Senza colla per rimetterli insieme. E a questo punto lo spettatore è talmente dentro la storia che no, non ricorda più di essere davanti a due “lesbiche”. Ci sono due persone che lottano per la loro felicità. Tutto qua.

Una commedia sentimentale, Io e lei. Che la Tognazzi ha scritto insieme ai fidi collaboratori (nonché penne ormai collaudate) Ivan Cotroneo e Francesca Marciano. Il richiamo al mitico Vizietto di papà Ugo è evidente (“piccolo e pudico omaggio“, dice la figlia d’arte), sia nelle dinamiche che in alcuni elementi specifici, a cominciare proprio dal bizzarro filippino: come non pensare al cameriere Jacob interpretato da Benny Luke? Ma, citazioni a parte, i due personaggi principali sono senza dubbio cuciti addosso alle loro interpreti. Il fuoco e l’acqua. L’anima “caciarona” e l’estrema riservatezza. L’istintività e la razionalità. In comune un grande cuore, usato però in modo nettamente diverso. Così come molto diverso è sempre stato il loro modo di lavorare. Eppure la Ferilli e la Buy hanno trovato il modo di incontrarsi, amalgamarsi, compensarsi. La regista è riuscita a rendere tutto fluido e valorizzare la forza degli opposti. Il risultato è godibile, coinvolgente, tranquillizzante. Allegro, anche. Perché con l’allegria, spesso, si possono mettere sul tavolo anche faccende molto serie. I colori sono per la maggior parte chiari, la cinepresa si avvicina molte volte ai volti, agli abiti, ai segni del viso. Una scelta che può piacere oppure no, ma che comunque non disturba. E’ uno dei primi film, in Italia, a parlare di omosessualità femminile. La Tognazzi ne va fiera. Così come va fiera della delicatezza che è riuscita a conservare dall’inizio alla fine.

Io e lei è una produzione Indigo Film e Lucky Red con Rai Cinema. Distribuisce Lucky Red.

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