Su Rai1 il ritorno di Cose Nostre, questa volta in prima serata, per raccontare le storie di quelli che hanno denunciato la mafia e per questo vivino sotto scorta.
Non se ne parla mai, o comunque se ne parla troppo poco. Che vita fanno le persone che hanno avuto il coraggio di denunciare? Quelle che non si sono fermate all’opzione apparentemente più semplice, quella dell’omertà . Quelle che hanno avuto coraggio, quel coraggio che appartiene a pochi, e gli ha permesso di parlare. Parlare per denunciare, ma anche per raccontare. In tv e sui giornali, quello più conosciuto è sicuramente Roberto Saviano, che denunciando Gomorra, ha cambiato la sua, diventando anche un simbolo della lotta. Ma bisogna ricordare che non è l’unico.
Cose nostre ha proprio questo obiettivo, dare voce a chi per aver parlato ha cambiato la propria vita. Perchè nell’immaginario chi denuncia va sotto scorta e spesso sparisce. Ma com’è la loro vita di tutti i giorni? Chi sono queste persone? Cose nostre racconta le loro storie. Un programma già andato in onda questo inverno, con un focus sui giornalisti, ma che si è ben pensato di allargarne l’obiettivo anche sulla gente comune che vissuto la ‘ngrangheta sulla propria pelle.In particolare, gli eroi di Cose nostre sono quattro: Viviana Balletta (vedova dell’oculista Fortunato De Rosa), Antonino De Masi (imprenditore di Gioia Tauro), Gaetano Saffioti (imprenditore di Palmi) e Antonino Bartuccio (ex sindaco di Rizziconi).

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Storie vere presentate al pubblico dai protagonisti che le hanno vissute per quello che si può considerare un docu-fiction degno del servizio pubblico. Perchè nonostante il filone cinematografico e televisivo abbiano la forza di far immedisimare, creando dei veri e propri eroi (basti pensare a I cento passi di Marco Tullio Giordana), alla narrazione della realtà rimane sempre la grande forza degli occhi di chi le vicende le ha vissute in prima persona.








