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Tim Burton su Miss Peregrine “Io sono un ragazzo speciale” [INTERVISTA]

Tim Burton ha parlato molto di come sente “suo” Miss Peregrine e ha svelato che prima che gli venisse proposto il progetto dell’adattamento del libro di Ransom Riggs, lui avesse scritto proprio un libro dedicato a dei ragazzi speciali. 

Tim Burton si lascia molto andare durante il junket di Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali (leggi qui la recensione in anteprima). Confessa di essersi sentito spesso un  “ragazzo speciale”  e dice “come il protagonista del film, anche io ho avuto mia nonna che mi ha aiutato ad accettare le mie peculiarità, ed anche un solo insegnante d’arte che mi ha incoraggiato ad essere me stesso. In fondo nella vita bastano un paio di persone che credono in te per farcela”. Infatti proprio in questo proposito parla dell’adattamento del libro e rivela di averne scritto uno lui stesso con il tema dei ragazzi speciali, “molto ben diverso da questo, si intende, ma come mi hanno proposto l’adattamento di questo romanzo, l’ho letto e mi sono identificato molto nel personaggio”. Alla domanda sulla mancata collaborazione in questo film con il musicista Denis Helfmann, il regista non nega il fatto di aver avuto con quest’ultimo una divergenza artistica ultimamente e dichiara “Siamo come una coppia, magari abbiamo litigato, magari no. Possiamo dire che aveva bisogno di prendersi una pausa da me. Poi lo sappiamo che i musicisti prendono tutto in maniera drammatica”.

Si parla anche delle tecniche con cui Miss Peregrine è stato realizzato e ci si chiede se a Tim Burton, amante delle animazioni in stop motion questo sia mancato un po’ in questo film e lui risponde: “Adoro lo stop motion, mi piace la sua caratteristica dell’essere tattile rispetto all’animazione al computer. Le bambole che vengono realizzate poi sono una cosa meravigliosa. Tuttavia è una tecnica che richiede molto, moltissimo tempo per essere realizzata. Purtroppo per questo film abbiamo avuto il tempo di fare in stop motion solo la prima scena dei bambolotti animati di Enoch e poi siamo dovuti ricorrere alla classica animazione computerizzata”. Uno dei punti salienti di Miss Peregrine riguarda il dubbio sul pubblico che vuole andare a coinvolgere: “Spesso mi hanno fatto questa domanda: tu per chi scrivi? Io in realtà non ho mai scritto per nessuno, ho scritto per me stesso. Sono stato io il primo a chiedere all’autore per chi avesse scritto il libro e lui ha risposto che era piaciuto a diverse categorie di persone ed io la penso come lui. Mi hanno detto che Sweenie Todd era piaciuto tanto alle ragazzine di 10 anni che in realtà non avrebbero nemmeno dovuto vederlo !”.

Riguardo al film continua svelando gli aspetti che lo hanno più colpito di questa storia: “Godersi il presente è una delle cose fondamentali e questo è uno dei messaggio che mi piace di Miss Peregrine” e per chi chiede se i protagonisti della casa dei ragazzi speciali sono un po’ come dei piccoli super eroi risponde: “I ragazzi sono un po’ dei super eroi anche se non hanno super poteri, ma fondamentalmente sono bambini, si sentono strani, ma alla radice sono bambini con le loro emozioni”. Poi parla degli attori, svela l’importanza che per lui hanno gli occhi sia nelle persone, che nel personaggio che per la storia, e fa riferimento a tutti i suoi attori ed in particolare ad Eva Green: “si gli occhi sono molto importanti e dicono molto della persona a cui fanno riferimento. Con Eva mi sono trovato molto bene.. in fondo chi non vorrebbe avere una direttrice così? Beh a parte gli scherzi, cerco  sempre degli attori che abbiano le capacità espressive di quelli che recitavano nei film muti: ovvero la capacità di poter comunicare senza dover necessariamente parlare”. Abbiamo visto oggi un Tim Burton che si è messo in gioco con le sue difficoltà e ha regalato a noi fortunati presenti un pezzo del suo mondo in una chiacchierata veramente familiare. La grandezza di questo regista sta anche nella sua profonda conoscenza dell’animo umano che non nasconde mai. Sembra un uomo che non si vergogna dei limiti umani, che ama la persona e la vita. Non parla dei progetti futuri perchè “ne ho parlato due volte e tutte due le volte poi non sono andati a buon fine”. Sugli aspetti amarcord, giocando con il pubblico ammette semplicemente ed esplicitamente il rammarico per non aver mai realizzato il Superman con Nicolas Cage e dice “sarebbe stato un gran film, lo avreste adorato”.

Credits Ufficio Stampa

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Redazione

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