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Venezia 74, giorno 9: Silvio Soldini commuove e Abdellatif Kechiche divide

La 74esima edizione del Festival di Venezia sta giungendo al termine e la nona giornata conferma la grandezza dell’Italia in questo Festival e la capacità di Abdellatif Kechiche di dividere il pubblico.

Mancano solo due giorni alla fine di questa lunga e sorprendente Venezia 74 e la nona giornata non ha fatto altro che confermare che il cinema italiano presente alla kermesse è un cinema che ha ancora più di qualcosa da dire.

Fuori concorso, infatti, è stato presentato oggi il nuovo film di Silvio Soldini che, dopo il documentario Con altri occhi, ha deciso di raccontare la realtà delle persone non vedenti anche nel suo ultimo film Il colore nascosto delle cose in uscita domani – 8 settembre – nei cinema italiani. La pellicola, apprezzata con riserva dalla stampa, racconta della storia d’amore tra Emma (Valeria Golino) e Teo (Adriano Giannini) rispettivamente un’ipovedente entusiasta della vita e un pubblicitario donnaiolo e cialtrone.

È stato invece lungo quasi 10 minuti l’applauso che il pubblico ha riservato alla première di Brutti e cattivi, film della sezione Orizzonti e opera prima di Cosimo Gomez,  che vede come protagonisti Claudio Santamaria e Marco D’Amore, l’amato Ciro D’amore di Gomorra. Il lungometraggio segue le vicende di Il Papero, Ballerina, il Merda e Plissé, un surreale gruppo di variopinti personaggi che s’improvvisano rapinatori per il colpo che cambierà la loro vita e poco importa se Il Papero è senza gambe e Ballerina, la sua bellissima moglie, non ha le braccia, se Merda è un rasta tossico e Plissé un nano rapper. Per loro non ci sono ostacoli ma solo sogni peccato, però, che ognuno di questi surreali personaggi ha un piano per tenersi il bottino e sarà proprio la loro avidità a dare il via a una serie di inseguimenti, fulcro di questa commedia.

Per quanto riguarda il concorso oggi invece è stata la volta dell’ultima fatica di Abdellatif Kechiche liberamente ispirata al romanzo La blessure la vraie di François,  Bégaudeau, Mektoub, My Love: Canto uno. Il lungometraggio è una storia di formazione ambientata all’inizio degli anni ’90 fatta di passione, di sesso e di cibo e che, come spesso capita con i lavori del cineasta, ha diviso la critica. Sempre per quanto riguarda il concorso oggi è toccato anche Angels Wear White opera seconda di Vivian Qu altro lavoro estremamente commovente sull’abuso dei minori.

Photo Credits: Mostra del Cinema di Venezia

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Redazione

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