La youtuber Sofia Viscardi porta al cinema “Succede”, storia tratta dal suo omonimo best seller. Il film, diretto da Francesca Mazzoleni, viene paragonato alla brutta copia dei film di Federico Moccia. Ed è subito polemica. Ecco cosa è successo.
Sofia Viscardi, youtuber di successo amata e seguita da milioni di followers, porta al cinema il suo “Succede”, storia tratta dall’omonimo best seller. Il teen movie diretto da Francesca Mazzoleni uscirà in tutte le sale italiane il prossimo 5 aprile. La storia raccontata è quella di Margherita, per gli amici Meg, che è un’adolescente dolce e insicura alle prese con i classici problemi di questa fase di vita unica, irripetibile e piena di emozioni forti. Succede è l’intenso diario attraverso cui Meg vive e racconta le sue sensazioni, le avventure con gli amici con cui condivide tutto: da un’alba milanese, a un rifugio sul tetto, le sneakers blu, la camicia di jeans, la musica nelle cuffie, la scuola e i primi baci. Amore e amicizia sono vissute al massimo senza compromessi in un presente che assorbe completamente i giovani protagonisti.
Sul web però non tutti sostengono il progetto cinematografico della giovane. Anzi si parla addirittura della possibilità che la Viscardi e il suo libro siano una brutta copia dei romanzi di Federico Moccia. L’emulazione di cui si parla riguarda lo scrittore romano che con i suoi Tre metri sopra il cielo e Scusa ma ti chiamo amore ha fatto sognare le adolescenti nel corso dei primi anni 2000. Non solo, la polemica colpisce il suo libro di cui si leggono recensioni tutt’altro che positive.
C’è chi attacca l’inutilità del romanzo della Viscardi e del film che ne è seguito. Cosa ne penseranno i fan della yuotuber che le sono stati sempre accanto e l’hanno sempre sostenuta? Ma soprattutto, cosa ne penserà di questi attacchi la stessa Sofia? Così scrive Linkiesta.it: “Il mix di amori di plastica (“Perché non mi ama più? Perché è sempre la persona sbagliata?”), di scemate oscene (Schopenhauer? “Un depresso del cazzo che pensava solo alla sofferenza come perpetua e infinita”; anche qui, italiano gambizzato), di ragazzine che pigliano l’iniziativa (“Mi piaci. Mi fa schifo che ci scriviamo i messaggini del cazzo…”: c’è tanto cazzo in questo libro, ma non se ne vede uno in azione), sono una droga sintetica capace di narcotizzare il senso estetico di un santo”.
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