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Interviste

Mia, il regista Ivano De Matteo in Esclusiva: Edoardo Leo, revenge porn e molto altro

Da un paio di settimane Mia di Ivano De Matteo sta riscuotendo un grande successo al cinema. Abbiamo raggiunto in Esclusiva proprio il regista del film.

L’opera racconta una storia molto delicata fatta di pressioni psicologiche e affrontando anche il tema del revenge porn. Mia è una quindicenne che si innamora per la prima volta di Marco, un ragazzo che però sconvolge la sua vita in maniera dirompente. Il padre della ragazza, Sergio, interpretato da Edoardo Leo, vive un trauma che cambia radicalmente la sua vita.

Lasciamo però parlare Ivano De Matteo, ringraziandolo per il tempo che ci ha dedicato.

Come nasce l’idea di Mia? Non deve essere stato facile scriverlo

“L’idea nasce dall’esigenza di scrivere qualcosa sugli adolescenti avendo noi una ragazza di sedici anni”.

Hai già lavorato in passato con grandi attori come Valerio Mastandrea e Marco Giallini, questa volta ti trovavi però di fronte a un attore come Edoardo Leo che negli ultimi anni è diventato regista di molti film in cui recita. Sul set come è stato il confronto? Ha fatto l’attore al cento per cento rimettendosi alle tue decisioni oppure c’è stato uno scambio di opinioni sulla regia?

“Lavorare con Edoardo è stato come lavorare con altri attori importanti. Non ha considerato la regia, si è lasciato trasportare e guidare da grande professionista qual è. Un attore che fa anche il regista quando lo chiamano a recitare si dimentica il ruolo della regia. Dipende anche con chi lavori. Lui mi ha dato tantissimo, esattamente quello che volevo”.

Quello che mi stupisce del tuo cinema è che riesci sempre e comunque a emozionare e lo fai non attraverso il pietismo o il dolore delle persone, ma lo fai con l’empatia tanto che si soffre forse molto più nella prima parte del film che è meno forte (per motivi narrativi) della seconda. Qual è il messaggio che volevi inviare?

“La prima parte del film, come tutti gli altri che ho fatto, deve partire come una commedia cercando di tranquillizzare lo spettatore. Fino a poi fare un cambio di rotta repentino. In questo film ci sono due cambi, il secondo è quello drammatico che porta a vedere l’altra faccia di Sergio (Edoardo Leo). È stato un lavoro scritto col bisturi insieme a Valentina”.

Ivano De Matteo, intervista al regista di Mia (ANSA) VelvetCinema

Nel film si trattano argomenti molto difficili e attuali, che sono finiti spesso e purtroppo sulle pagine di cronaca. Amore tossico, revenge porn, rapporti complessi tra genitori e figli adolescenti, lutti e quant’altro. Non era facile parlare nella durata di un film di tutti questi argomenti senza risultare un po’ superficiale, invece il tuo tocco e la tua sensibilità hanno regalato uno spaccato della vita moderna. Come ci sei riuscito?

“In ogni nostro film cerchiamo il nostro obiettivo senza perderci in fronzoli. Si parla di tanti temi qui che confluiscono nella stessa tematica e cioè la violenza psicologica che fa molto più male di quella fisica, distrugge l’individuo. In questo caso si parla di una ragazzina di quindici anni. Abbiamo toccato il tema del revenge porn, ma anche quello del gaslight che è stato trattato ancora prima cioè la sopraffazione della ragazza o dell’individuo, può accadere anche al contrario quando c’è una sudditanza psicologica esercitata su una persona più debole il rischio è di distruggerla”.

Tornando alle tematiche tutte molto attuali quanto pensi che la tecnologia in un certo senso sia diventata un’arma pericolosa nei mani dei nostri figli?

“Le nuove tecnologie? Sono come un coltello ci puoi tagliare il pane o uccidere una persona. Io uso la tecnologia, non ne abuso. Forse ai nostri occhi i ragazzi ne abusano, ma in realtà ci si sono nati. Ho il terrore che si possano perdere nel mare del web dove puoi trovare l’isola felice o lo squalo assassino. Ma è come quando vai in vacanza che metti in preventivo anche questo. Il web ti fa entrare in un’altra vita. Uno a un certo punto spera”.

Mia, intervista a Ivano De Matteo (ANSA) VelvetCinema

Greta Gasbarri era alla prima prova cinematografica e a sedici anni il risultato è stato straordinario, come è stato lavorare con lei?

“Greta aveva quindici anni quando abbiamo girato il film. Era un’amica di mia figlia e grazie a un provino improvvisato si è ritrovata catapultata nel mondo del cinema. Ha grosse qualità, ma come tutti gli esordienti non si deve perdere. Nel mio film è stata eccezionale, si è lasciata guidare forse anche per il fatto che fosse figlia di miei amici. Sono molto contento per il ruolo che ha fatto e le auguro fortuna per la sua carriera cinematografica”.

La cattiveria e il cinismo di Marco, interpretato da Riccardo Mandolini, era difficile da mettere in scena. Lui è riuscito a farsi odiare da tutti e quello era l’obiettivo. Come giudichi la sua interpretazione?

“Il personaggio di Riccardo era un ruolo odioso e qualcuno deve farlo. Non essendo così nella vita reale è stato un grosso risultato riuscire a farsi odiare. Il consiglio è quello di fare nel prossimo film un personaggio molto lontano da questo personaggio e così ritrovare la fiducia del pubblico”.

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Matteo Fantozzi

Matteo Fantozzi nasce a Roma il 10/12/1986. Nel 2005 consegue il diploma allo scientifico sperimentale Giulia Falletti di Barolo. Nel 2008 consegue la laurea al Dams con indirizzo regia a Roma Tre col massimo dei voti. Nel 2010 consegue la laurea specialistica in Cinema e tv nell’era del digitale a Roma Tre col massimo dei voti. Nel 2013 diventa giornalista pubblicista.

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