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Finali che lasciano il “dubbio” e ci restano in testa: i film più iconici del cinema che finiscono in modo ambiguo

Ci sono finali di film che finiscono con il dubbio e scatenano dibattiti, discussioni, confronti e molto altro a distanza di anni: ecco quali sono i migliori, gli indimenticabili. 

A volte può succedere che un regista decida di non dare una spiegazione agli eventi finali di un film. In tal caso si parla di un “finale aperto”. C’è chi odia e chi ama questa tecnica, ma una cosa è certa: crea discussioni e dibattiti che durano nel tempo.

Ci sono poi film con finali aperti che finiscono in modo ambiguo ma sono incredibilmente belli da vedere, delle pietre miliari nella storia del cinema. Ovviamente, l’articolo contiene spoiler, quindi chi non ha visto i film elencati farebbe meglio a non proseguire la lettura per non rovinarsi la prima visione. Ecco quali sono e perché vale la pena vederli più e più volte.

Finali dei film che lasciano il dubbio: ecco i migliori con finale aperto

Il finale aperto non è una tecnica fine a sé stessa. Nella maggior parte delle volte spinge lo spettatore a riflettere su ciò che ha appena visto e invita a riguardare l’opera in un secondo momento per cogliere dettagli e sfumature. Quando viene realizzato in modo eccellente, un finale che lascia il dubbio può essere considerato una “genialata”.

Finali che lasciano il dubbio, i migliori della storia del cinema – Foto:
ANSA (VelvetCinema.it)

Non a caso, è considerato geniale il finale di “Inception“. Il personaggio interpretato da Leonardo Di Caprio usa una trottola per capire se si trova nella realtà o nel mondo dei sogni. Nell’ultima scena Di Caprio lancia la trottola ma il film termina prima di conoscere l’esito del risultato: è riuscito a tornare alla realtà o si trova intrappolato per sempre nel mondo dei sogni? Una risposta lasciata all’interpretazione di ogni spettatore.

Un altro film con Di Caprio ha un finale aperto: “Shutter Island“. Alla fine si scopre che il protagonista non è un detective ma un paziente rinchiuso nella struttura dell’isola. Eppure, poco prima di sottoporsi alla lobotomia, ultima spiaggia per un caso disperato come il suo, sembra avere un attimo di lucidità e ciò fa dubitare lo spettatore se tutto ciò che è stato appena raccontato sia vero oppure falso.

Come non menzionare il finale aperto di “Shining“. Il terrificante Jack Torrance, interpretato da Jack Nicholson, muore congelato ma alla fine appare in una foto del passato, in una posa malvagia. È semplicemente morto o si è trasformato in uno spirito maligno? Per anni gli spettatori si sono interrogati su questa domanda.

David Fincher è un regista che ama i finali aperti. L’ha fatto con “Fight Club” e ci ha riprovato con “Gone Girl – L’amore bugiardo“. Il film si apre e si chiude con la stessa scena, solo che dopo che lo spettatore conosce la storia, il significato è completamente diverso. Ciò vuol dire che la coppia composta da Nick e Amy è tornata insieme nonostante le verità nascoste e le cattiverie? Ogni spettatore ha un pensiero differente al riguardo.

Il finale del film “L’avvocato del diavolo” ha fatto discutere per anni i suoi fan. Il protagonista interpretato da Keanu Reeves compie un gesto estremo e si libera dal giogo del malvagio Al Pacino. Il tempo si riavvolge e l’avvocato protagonista sceglie di fare la cosa giusta, cambiando il corso degli eventi che aveva già vissuto. Tuttavia, il diavolo è sempre alle sue spalle e lo tenta nuovamente promettendo di renderlo una celebrità.

Infine, tra i finali dei film che lasciano il dubbio è impossibile non menzionare “La Cosa” di John Carpenter del 1982. Dopo aver sconfitto l’alieno mutaforma facendo saltare in aria la loro base, i personaggi di Kurt Russell e Keith David si riuniscono faccia a faccia, sfiniti. Probabilmente sono entrambi umani o uno di loro si è trasformato nella “cosa” ed è pronto a uccidere l’altro. Non lo sapranno mai. Il film finisce così, con una tensione alle stelle e per molti questa scelta, oltre ad aver fatto diventare la pellicola un cult, ha anche un forte significato politico.

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Claudio Vittozzi

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