Film e Teatro, la lezione di Carmelo Bene

Tramite l’opera di Carmelo Bene il teatro è entrato di prepotenza nel cinema creando qualcosa di nuovo. Ecco che cosa ci ha lasciato.

La breve incursione di Carmelo Bene nel mondo del cinema ha lasciato un’impronta indelebile sull’arte cinematografica, che lui ha contaminato in maniera prepotente e distruttiva con la propria poetica teatrale. Già come attore teatrale Carmelo Bene è stato un rivoluzionario dell’arte performativa. Si tratta di uno dei fondatori del Nuovo Teatro Italiano, il nuovo modo di fare spettacolo inventato in un periodo in cui l’arte performativa doveva convivere e confrontarsi con altre forme di intrattenimento rispetto alle quali risultava irrimediabilmente datato.

Il teatro nel cinema con Carmelo Bene
Carmelo Bene al cinema – ANSA – velvetcinema.it

Una di queste era, appunto, il cinema, che Carmelo Bene definì in seguito “la pattumiera di tutte le arti“. Non una sorpresa sapendo della fama da iconoclasta di Carmelo Bene, fermo oppositore di qualsiasi immagine in quanto immobile e priva di quel moto perpetuo che cerca di ricreare con il suo stile di teatro.

Il primo incontro di Carmelo Bene con il cinema avviene come attore nel 1967 nel film Edipo Re di Pier Paolo Pasolini. Dopo quel film Bene si renderà regista, dirigendo e interpretando Nostra Signora dei Turchi (1968), un film che ebbe un enorme successo, ottenendo il premio della giuria alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

La parentesi di Carmelo Bene al cinema

Dopo il successo di Nostra Signora dei Turchi, Carmelo Bene realizzò altri film come regista e interprete: Capricci (1969), Don Giovanni (1971), Salomé (1972) e Un Amleto di Meno (1973). Con quest’ultimo film si conclude la parentesi cinematografica di Carmelo Bene, che in seguito darà le sue osservazioni sull’esperienza e in generale il suo pensiero sul mondo del cinema.

Il teatro nel cinema con Carmelo Bene
L’impatto del teatro di Carmelo Bene nel cinema – ANSA – velvetcinema.it

Come accennato prima, Carmelo Bene non ha un buon rapporto con il mezzo cinematografico. La sua posizione sulla questione è che il cinema non è mai riuscito a creare opere d’arte intese come capolavori perché non riesce ad andare oltre le sue stesse regole. per Carmelo Bene, e le sue opere teatrali ne sono la prova, l’opera d’arte in un determinato campo è l’utilizzo dello stesso per superare le sue stesse regole.

La distruzione dello spettacolo teatrale è alla base dell’esperienza e dello spettacolo ricercata da Carmelo Bene, e lo stesso si applica al cinema. I film che Bene ha prediletto nella sua vita sono, non a caso, quei casi in cui il film filma se stesso, come accade in alcune pellicole di Buster Keaton e del regista portoghese Joao Cesar Monteiro.

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