Nel panorama attuale della fiction italiana, spicca la giovane attrice Emma Quartullo, figlia d’arte di Elena Sofia Ricci e Pino Quartullo.
La sua partecipazione alla nuova produzione di Canale 5, Le onde del passato, ha attirato l’attenzione per la profondità del personaggio e per la somiglianza evidente con la madre, una delle interpreti più premiate e amate del cinema e della televisione italiana.
Emma Quartullo è cresciuta in un ambiente teatrale e cinematografico, con due genitori di spicco nel settore dello spettacolo. La madre, Elena Sofia Ricci, attrice fiorentina pluripremiata con tre David di Donatello e numerosi altri riconoscimenti, è nota per la sua versatilità e per i ruoli iconici in fiction come Che Dio ci aiuti, dove interpreta Suor Angela, e in film di registi come Ferzan Özpetek e Paolo Sorrentino. Il padre, Pino Quartullo, è anch’egli attore e regista, il che ha inevitabilmente influenzato la decisione di Emma di intraprendere la carriera attoriale.
In un’intervista recente, Emma ha definito la sua scelta di fare l’attrice come “inevitabile”, pur ammettendo di aver attraversato momenti di crisi e insicurezza, tipici di chi si misura con un mestiere così esposto e competitivo. Da bambina, il suo sogno era più legato alla musica e alle popstar, ma la recitazione ha preso presto il sopravvento, portandola a un ritorno deciso al mondo dello spettacolo intorno ai 25 anni.
Le onde del passato: un ruolo intenso e impegnativo
Nella serie televisiva Le onde del passato, andata in onda su Canale 5 fino al 21 marzo 2025, Emma interpreta Tamara, una giovane donna segnata da un trauma profondo subito durante un evento drammatico nel 2004. La fiction, ambientata principalmente all’Isola d’Elba, intreccia le vite di due amiche vittime di violenza, le cui esistenze si evolvono in modi radicalmente diversi.
Emma racconta di aver affrontato le scene più difficili con grande attenzione e rispetto, consapevole della delicatezza del tema della violenza sulle donne. “Raccontare una scena di violenza è difficile perché c’è il rischio di banalizzare l’evento,” spiega l’attrice. “Ho lavorato molto sul linguaggio del corpo per trasmettere la sofferenza senza mai scadere nel patetico.” Nonostante non abbia vissuto esperienze simili, la preparazione attoriale l’ha portata a un coinvolgimento emotivo così intenso da dover mantenere un distacco per preservare la propria salute mentale durante le riprese.
Questo ruolo ha rappresentato per Emma un debutto significativo in prima serata su una rete nazionale, un’occasione che ha vissuto con la responsabilità di raccontare una storia importante e di sensibilizzare il pubblico su temi sociali delicati. La sua priorità non è la visibilità, ma l’effetto che la narrazione può avere su chi si trova a vivere situazioni simili a quelle rappresentate.

Il rapporto con Elena Sofia Ricci e la carriera artistica familiare(@emmascalzona)(www.velvetcinema.it)
La somiglianza tra Emma Quartullo ed Elena Sofia Ricci non è soltanto fisica, ma anche artistica. Il confronto con una madre così affermata ha generato in Emma una lunga “sindrome dell’impostore”, una sensazione di non meritare i propri successi e il timore di essere percepita come una privilegiata. Tuttavia, con il tempo ha imparato a trovare la propria strada, ascoltando i consigli di Elena Sofia ma anche seguendo la propria intuizione artistica.
Elena Sofia Ricci, nata a Firenze nel 1962, ha alle spalle una carriera straordinaria, iniziata giovanissima e arricchita da collaborazioni con grandi registi e da numerosi premi. Oltre al cinema e alla televisione, ha avuto un’intensa attività teatrale e ha dedicato parte del suo impegno a cause sociali, come la lotta contro la violenza sulle donne e la promozione della diagnosi precoce del tumore al seno. La sua esperienza come attrice e come donna che ha superato difficoltà personali, tra cui la dolorosa vicenda di un abuso subito nell’infanzia, ha conferito ulteriore profondità al rapporto con la figlia, che ora affronta la scena con una nuova consapevolezza.
Emma, da parte sua, ha anche avviato un progetto teatrale chiamato Beiricordi, con lo scopo di rendere il teatro accessibile e coinvolgente per un pubblico più vasto, organizzando eventi dove artisti di diverse discipline possono esprimersi liberamente. Questo impegno testimonia la sua volontà di coltivare una carriera variegata e un legame forte con il mondo delle arti performative.
un’eredità artistica e una passione inevitabile-fotoRaiplay.it- Velvetcinema.it






