Chiara Mastalli: “I provini? Per me sono come un’ora di ginnastica”

Quando penso a Chiara Mastalli, chissà perché, la prima cosa che mi viene in mente è quella scena. Quella scena in cui lei è a casa, imbronciata e preoccupata; indossa una t-shirt che è almeno un paio di misure più grandi rispetto alla sua, la solleva e scruta la sua pancia allo specchio. Aspetta un bambino, lei è soltanto una liceale e con il suo fidanzatino le cose non vanno per niente bene. Ma lui è lì, in ginocchio, sotto la sua finestra, per chiedere perdono. E poi arrivano gli altri della comitiva, due ragazzi e una ragazza. Sono quattro in tutti. In ginocchio sotto quella finestra. Chiara scosta la tende, li vede, ma lo sguardo resta triste. Correva l’anno 2006, era quella Notte prima degli esami che segnò il debutto alla regia di Fausto Brizzi e che ebbe un grandissimo quanto inaspettato successo: oltre 40 premi vinti in vario festival italiani e stranieri, 10 candidature ai David di Donatello, un incasso superiore ai 12 milioni di euro. Il gruppetto di studenti che ha conquistato gli italiani era composto da Chiara, Nicolas Vaporidis, Cristiana Capotondi, Sarah Maestri, Eros Galbiati e Andrea De Rosa. “E’ stato un caso – ricorda la Mastalli – nessuno di noi, compreso Fausto, si aspettava che sarebbe diventato il film dell’anno. Era una scommessa per tutti“. Una scommessa vinta, evidentemente.

Chiara era giovanissima come tutti gli altri, ma nel suo bagaglio professionale aveva già esperienze importanti: “Venivo da due anni di tv per la BBC (ha recitato nella serie Roma di Bruno Heller, ndr), avevo lavorato con 24 registi diversi e con attori che poi hanno raggiunto traguardi importanti: per esempio Kevin McKidd, che è diventato il Dottor Owen Hunt in Grey’s Anatomy. Quella è stata un’esperienza molto importante, una vera e propria scuola. Quindi ero preparata alla fatica e all’impegno; ma non a quel successo“. Eppure non si è montata la testa. Né allora, né in seguito. Ha continuato a costruire la sua carriera fra grande e piccolo schermo, mettendosi sempre in gioco con umiltà ed estremo realismo. I risultati continuano ad arrivare: Leonardo Pieraccioni l’ha scelta per Un fantastico via vai, il suo nuovo film, che uscirà a Natale.

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Sei la co-protagonista insieme allo stesso Pieraccioni, a Marianna Di Martino, Giuseppe Maggio, David Sef; interpreti una ragazza un po’ irrequieta…
Leonardo è un quarantenne che lavora in banca e che, per un fraintendimento con la moglie, viene sbattuto fuori di casa. In preda alla sindrome di Peter Pan e in cerca di una sistemazione per dormire, decide di affittare una camera in un appartamento abitato da quattro studenti. Tra questi c’è il mio personaggio, Anna. Una ragazza romana di borgata che si è trasferita dalla Toscana a Roma per seguire suo padre, un investigatore privato interpretato da Massimo Ceccherini. Anna ha lasciato tutto nella speranza di trascorrere più tempo con lui, ma ciò non accade. Priva di un punto di riferimento maschile, per colmare questo vuoto assume atteggiamenti “affettuosi” con tutti gli uomini che incontra.

Vorrebbe anche fare la Velina…
Sì, ci ha provato ma non c’è riuscita. E non perché è priva di talento, anzi: sa cantare, ballare, stare su un palcoscenico. Possiede le carte giuste. Ma ha la battuta pronta, anche troppo. E quindi ha mandato a quel paese il Gabibbo

Lavorare con Pieraccioni è un bel traguardo.
… Io spero sia un trampolino di lancio, a dire la verità! Oltre a ciò, devo dire che mi è piaciuto molto. Mi sono sentita completamente a mio agio fin dal provino. E con tutto il resto della troupe si è subito creato un clima di armonia e simpatia. Non lo dico per dire, è vero. Sono stata benissimo.

Hai accennato al provino: com’è andata esattamente?
Bisogna dire che c’era praticamente IL MONDO a provarci. Pensavo che non mi avrebbero nemmeno chiamato per farlo. Invece sì. Mi sono preparata, ho chiesto consiglio a Fausto Brizzi, poi durante il provino ho fatto mandare un video-messaggio simpatico… Ma non posso dirti di più, anche perché Leonardo ne parlerà di sicuro durante la promozione del film!

Beh, magari lo mostrerà anche…
… Spero di no! Spero che abbia il buon cuore di limitarsi a raccontarlo!

Molti attori cercando di evitare i provini, trovano che siano per certi versi frustranti: lo pensi anche tu?
Assolutamente no, io li adoro e ne faccio continuamente. Certo, non è bello essere rifiutati, ma molto dipende da come la prendi. Per me sono una palestra, semplicemente. Come un’ora di ginnastica, durante la quale ti fai vedere e conoscere, ti metti alla prova. Sono in tanti a provarci, ma la botta di fortuna prima o poi arriva…

Torniamo al film di Pieraccioni: avere Ceccherini come padre non è da tutti.
Ceccherini (ride, ndr)! Lui è grandioso, lo stimo moltissimo. E’ un comico d’altri tempi, coi tempi giusta e la battuta giusta. Un vero artista.

Il film uscirà nel periodo natalizio, uno dei più importanti per il cinema: non temi la concorrenza delle altre pellicole?
Non temo nessuno, prima di tutto perché Pieraccioni è Pieraccioni. Poi perché per me è stata la realizzazione di un sogno. E poi questo è un film davvero piacevole, leggero, privo di qualsiasi volgarità e dell’ansia di far ridere a tutti i costi. La sceneggiatura è stata scritta con Paolo Genovese, quindi una certezza. E poi mi piace molto il fatto che Leonardo non abbia scelto una bellona, magari esotica, ma quattro ragazzi normalissimi. E’ una commedia romantica basata sui valori più tradizionali, a cominciare dalla famiglia.

Presto comincerete la promozione.
Sì, è non vedo l’ora: anche questa è una fase che mi piace molto. E poi aspetteremo la reazione del pubblico: non avevo mai interpretato la “romanaccia doc”, sono curiosa di scoprire che effetto farà.

Reciti da quando eri una bambina.
Sì, più o meno da quando avevo sei anni. Ero molto spigliata, mi piaceva stare al centro dell’attenzione; i miei mi portavano ai provini e per me era tutto un gioco. Anziché andare al parco, per dire, si andava a fare un provino (sorride, ndr)!

Da gioco, poi, è diventata una cosa seria…
Sì, a un certo punto ho desiderato che diventasse il mio lavoro, il mio futuro. Avevo sedici anni, Bernardo Bertolucci mi scelse per il cortometraggio Ten Minutes Older – The Cello. Ricordo tutto come fosse ieri: la porta del suo camper che si apriva, i miei mille timori. Ho affittato i suoi film e mi sono fatta una vera e propria maratona bertolucciana. Ho comprato anche un libro fotografico dedicato a lui e l’ho portato sul set per farglielo autografare. E poi quelle sue parole… Mi guardò e disse: ‘Vedrai che tu ci riuscirai, a diventare famosa con questo lavoro‘. Che emozioni.

Qual è la tua ambizione più grande?
… Continuare a recitare. La crisi si sente, quindi mi auguro di avere altre occasioni nonostante tutto. E, magari, di essere scelta per produzioni internazionali. Io mi considero estremamente fortunata, sempre e comunque. E’ una cosa che mi fa sentire viva, non mi stanca mai. E poi diciamolo: noi attori non è che lavoriamo. C’è gente che lavora sul serio, su…

Prossimi impegni?
Ho un ruolo nella serie Rai Il Restauratore e c’è un progetto in ballo riguardante un film per il cinema. Ma preferisco non aggiungere altro per il momento. Non si sa mai…

Foto by Kikapress

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