Marco Travaglio aveva voglia di novità, evidentemente. In fondo si divide soltanto fra tv, redazioni, piazze, manifestazioni di vario tipo: una vita poco movimentata, insomma. E allora Marco ha pensato di fare una capatina dalle parti della Settimana Arte. Così, per vedere l’effetto che fa. Poi nella vita può accadere di tutto, soprattutto in questo Paese. Quindi non è affatto da scartare l’ipotesi che stia per nascere una nuova stella del cinema italiano. Comunque. Il film in questione s’intitola Il venditore di medicine, è stato presentato oggi – 11 novembre – al Festival Internazionale del Film di Roma, tratta il tema del comparaggio ed è diretto da Antonio Morabito. Travaglio non ha un ruolo chiave, questo sia chiaro. Ce l’hanno, invece, Isabella Ferrari e Claudio Santamaria.
Quella di Marco è soltanto una “partecipazione amichevole“. Porterà sul grande schermo un primario di Oncologia, il Professor Malinverni. Incorruttibile, naturalmente. Non sia mai il contrario. La pellicola è prodotta da Amedeo Pagani in collaborazione con Rai Cinema ed usufruisce del contributo del Ministero per i Beni e le Attività culturali e dell’Ufficio federale della Cultura svizzera; è anche sostenuta dal Fondo Eurimages del Consiglio d’Europa, dalla Apulia Film Commission e dal Fondo per il cinema della Regione Lazio. L’obiettivo, naturalmente, è quello di denunciare la suddetta pratica illegale in base alla quale gli informatori farmaceutici corrompono (nella maggior parte con costosi regali) i medici affinché prescrivano ai pazienti i loro prodotti.
Il comparaggio è spesso stato al centro di storie italiane di malasanità e in effetti, finora, nessuno ha mai pensato di renderlo materia di un film. Che poi, si sa: il cinema è uno degli strumenti più efficaci per accendere i riflettori su qualcuno o qualcosa…
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