Quando c’era Berlinguer: Walter Veltroni esordisce alla regia (e convince)

Il 27 marzo arriva al cinema Quando c’era Berlinguer, documentario prodotto da Sky e realizzato da Palomar che segna il debutto alla regia di Walter Veltroni (a giugno verrà trasmesso su Sky Cinema). Nel momento in cui – qualche tempo fa – s’è sparsa la voce del suo nuovo progetto, in molti hanno messo le mani avanti e criticato sia pur senza elementi concreti su cui basarsi. E buona parte di quelle persone adesso le tirano indietro, le mani. A prescindere dalla connotazione politica. Perché Veltroni ha fatto un buon lavoro e bisogna dirlo, per una questione di onestà. E con onestà la pellicola comincia mostrando alcuni studenti e prof che non hanno la più pallida idea di chi fosse Enrico Berlinguer. Il ricordo è colpevolmente sbiadito, nonostante si tratti di una figura fondamentale della storia italiana.

Il ricordo di Veltroni, invece, tutto sommato è abbastanza aderente alla realtà anche se mancano alcuni “passaggi” fra cui il plauso espresso dal leader politico nei confronti degli “eroici combattenti di Cambogia e Vietnam” e la mancanza di riferimenti alle atrocità degli khmer rossi. Al di là di tali assoluzioni, il rischio di cadere nella retorica è stato abilmente scansato e, nell’arco di quei 110 minuti, appare più volte anche Jovanotti. Così, per dire la sua.

L’ex sindaco di Roma riassume la parabola di Berlinguer soffermandosi su episodi emozionanti e significativi come il saluto a Togliatti in stazione, il dolore per le sorti di Aldo Moro, la sconfitta a Torino nello scontro tra la Fiat e gli operai e la contestazione a Verona nel maggio 1984. Messo bene in luce il rapporto assai conflittuale – per non dire il disprezzo reciproco – con Craxi.

Le musiche di Quando c’era Berlinguer sono opera di Danilo Rea e della colonna sonora fa parte anche un inedito di Gino Paoli; un tocco in più è dato dai cameo vocali di Toni Servillo e Sergio Rubini. E poi memorie personali, tante immagini di repertorio, vincite, sconfitte, delusioni, riscatti. Chi ama questa figura, chi in generale ama la storia non dovrebbe perdere l’appuntamento al cinema. E Veltroni forse ha trovato la sua più profonda vocazione… Continuerà con la settima arte?

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