La luna su Torino di Davide Ferrario: quando l’incertezza contribuisce al piacere

La luna su Torino è l’ultimo film scritto, prodotto e diretto da Davide Ferrario – dopo il successo di Tutta colpa di Giuda – che uscirà in tutte le sale cinematografiche giovedì 27 marzo. Del cast fanno parte Walter Leonardi (Ugo), Manuela Parodi (Maria), Eugenio Franceschini (Dario) e Daria Pascal Attolini (Eugenia). Al centro della storia c’è proprio la città di Torino – che si trova esattamente a metà strada tra il Polo Nord e l’Equatore – nella quale ruotano le vicende dei protagonisti. Ugo è un quarantenne che non ha mai combinato nulla di serio, visto che ha sempre vissuto con l’eredità dei suoi genitori.

I soldi però stanno per finire, così decide di subaffittare una parte della villa a Maria e Dario. Lei è impiegata in un’agenzia di viaggi, mentre lui uno studente di lettere che lavora al bioparco. Ugo però si innamora di Maria, ma non sembra essere interessata, visto che la ragazza è innamorata di Guido (Aldo Ottobrino) – uno dei suoi clienti – a cui a sua volta però piace la collega Eugenia. Una serie di strani eventi, fino al problema dell’ipoteca sulla casa che rischia di mandare i tre inquilini in mezzo ad una strada.

Ma un essere umano e intellettuale di fronte una catastrofe culturale e civile cosa fa? Affronta i problemi con leggerezza. O meglio, questo è quello che vuole trasmettere il regista: “Ho molto riflettuto sull’Italo Calvino di Lezioni americane ha dichiarato Ferrario – che dedica alla leggerezza proprio la prima lezione, in particolare quando parla di una leggerezza della pensosità”. Il capoluogo piemontese fa da sfondo alla vicenda, un po’ com’è stato anche in Dopo Mezzanotte del 2004 con Giorgio Pasotti, Francesca Inaudi e Fabio Troiano con squarci fotografici e riprese evocative. Torino si fa specchio dell’anima delle persone, alla ricerca di quel pizzico di felicità che manca e potrebbe farli sopravvivere senza troppe richieste.

Molte metafore sulla precarietà della vita e del lavoro anche con citazioni letterarie di spessore: “L’incertezza che contribuisce il piacere”, diceva Giacomo Leopardi. “Ho trovato uno straordinario pensatore – ha detto Davide riguardo il poetaSpietatamente ironico, ma anche romantico. Lucidissimo e insieme impotente a cambiare le cose. L’esatta condizione della post-modernità”. In questa incertezza però i tre protagonisti riescono a trovare la via per la stabilità (se non economica, almeno quella umana)?

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