Lo chiamavano Jeeg Robot: Claudio Santamaria sarà un ladruncolo di periferia

Da qualche settimana sono iniziate a Roma le riprese del primo lungometraggio di Gabriele Mainetti (attore di serie televisive di successo come Un medico in famiglia, Crimini, Tutti per Bruno), prodotto da Rai Fiction e Goon Films (società del regista), con protagonista Claudio Santamaria e dal titolo Lo chiamavano Jeeg Robot. E’ la storia di un ladruncolo di periferia (di Tor Bella Monaca per la precisione) che non ha mai fatto il salto nella malavita grande. Forse si può considerare uno sfigato del crimine: in realtà è solo troppo buono. Ad un certo punto però succede qualcosa che gli cambierà la vita: riuscirà anche a superare gli attacchi di panico?

Santamaria ha anche finito di girare da poco l’ultimo film diretto da Ermanno Olmi Torneranno i pirati? (15-18 – L’Italia in guerra, il primo titolo scelto) che racconta della battaglia di Caporetto durante la Prima Guerra Mondiale, ovvero la più grave disfatta nella storia dell’esercito italiano (leggi la trama completa). Mainetti invece è alla sua opera prima, ma è noto per i suoi cortometraggi: Basette con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Daniele Liotti, Luisa Ranieri (ispirato al celebre manga e anime Lupin III) e Tiger Boy sul disagio infantile che ha conquistato tante giurie e premi internazionali, nonché sfiorato gli Oscar 2014 nella categoria Live action short.

“Ecco, la storia personale di Mainetti è esemplare per capire come funziona il cinema italiano di oggi – ha dichiarato qualche tempo fa Claudio attraverso le pagine di Io Donna – Con il suo Tiger Boy è stato tra i dieci finalisti per la nomination all’Oscar 2014 per i cortometraggi. Occorre vincere un premio per arrivare a quella selezione: e Mainetti è stato premiato in Australia. Il tutto nell’assoluto silenzio del mondo dell’informazione, assorbito solo e soltanto dalle sorti di Paolo Sorrentino e di La grande bellezza. Mi pare un gran bel modo di darsi la zappa sui piedi, di impedire che crescano i nuovi talenti“.

Foto by LaPresse/Mario Cartelli

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