E’ già polemica per Selma (guarda il trailer su Velvet Cinema), biopic su Martin Luther King distribuito dalla Paramount Pictuters e diretto da Ava DuVernay, già uscito nelle sale cinematografiche americane lo scorso Natale, mentre in Italia vedrà luce il prossimo 12 febbraio. Il film si concentra principalmente sul movimento guidato da King (interpretato da David Oyelowo) nel 1965, quando ha lottato per i diritti di voto del popolo di colore. L’apice della pellicola per l’appunto è la celebre marcia tra Selma (come suggerisce anche il titolo) a Montgomery che ha portato alla firma del Voting Rights Act da parte del Presidente Johnson. Nel lungometraggio però ci sarebbero alcuni dettagli sbagliati che stanno scatenando una polemica infinita.
Proprio il ritratto del presidente Johnson non ha convinto, visto che, secondo la sinossi, avrebbe fatto sorvegliare Martin Luther King dall’Fbi. In realtà non è affatto vero. Mark K. Updegrove (direttore della biblioteca proprio a lui dedicata) ha dichiarato che la pellicola sta cercando di “imbastardire uno dei capitoli più sacri del movimento per i diritti civili”. Anche l’assistente A. Califano Jr. ha accusato gli sceneggiatori di aver riportato in maniera non pulita dei fatti storici, sostenendo al contrario che l’idea della marcia è stata proprio del Presidente. La Duvernay ha risposto però alle critiche con un tweet: “Un’affermazione del genere è incredula e offensiva per i cittadini neri che l’hanno realizzata”.
La verità sta nel mezzo. L’idea della marcia non è stata di Johnson, ma comunque lui e King non erano affatto avversari. Nel cast figurano anche Cuba Gooding Jr., Giovanni Ribisi, Carmen Ejogo, Alessandro Nivola, Lorraine Toussaint, Tim Roth, Oprah Winfrey (che si è occupata anche della produzione), Tom Wilkinson ed il rapper Common che ha composto parte della colonna sonora. Il lungometraggio potrebbe anche vincere il prossimo Oscar: siamo proprio sicuri che questa polemica non causerà lo stop della corsa alla tanto ambita statuetta?
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