A cerimonia conclusa, gli Oscar tornano a far parlare di sé. E, neanche a dirlo, l’oggetto del contendere è Birdman di Alejandro G. Inarritu, il trionfatore della serata del 22 febbraio scorso, che si è aggiudicato ben 4 statuette: Miglior film, Migliore regia, Migliore sceneggiatura originale e Migliore fotografia.
A accusare la pellicola addirittura di “plagio” è Christopher Hurst su The Independent (la notizia è stata ripresa anche da Dagospia). Sebbene la trama sia stata ispirata da un racconto di Raymond Carver, infatti, Birdman è un dramma da backstage con protagonista un attore/regista, un tempo famoso per il ruolo di supereroe volante. Proprio come Pallottole su Broadway di Woody Allen, commedia capolavoro del 1994 che riguarda proprio i vari traumi di un cast prima di salire sul palco.
Forse l’uso della stessa struttura della trama può passare per una coincidenza, ma il “già vissuto” spicca quando Edward Norton viene ingaggiato e annuncia la lista dei grandi attori che prima di lui sono saliti su quel palco. La somiglianza con le battute di Dianne Wiest, che nel film di Allen aveva il ruolo di stella in declino, è a dir poco strabiliante.
Se poi il momento più divertente del film di Inarritu è quando Michael Keaton rimane in mutande, chiuso fuori dal teatro, e un fan gli chiede l’autografo. In Pallottole su Broadway la stessa cosa accade a Jim Broadbent che, dopo la performance, si ritrova seminudo fuori dal teatro e, sorpresa, in questo imbarazzo deve firmare l’autografo a un fan.
Ma se sia dunque un semplice omaggio o un vero e proprio plagio sarà il pubblico a decretarlo. Dal canto suo Christopher Hurst conclude che, forse, Birdman ha esagerato con i “prestiti”. Ai più curiosi che hanno perso il film di Allen, quindi, non resta che affittare il dvd per vedere chi ha ragione.
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