Un gruppo di giovani ricercatori trova il modo di riportare in vita i defunti, ma il rettore dell’università per cui lavorano sospende il progetto. Il team, capeggiato da Frank e Zoe, geni della scienza nonché fidanzati, decide comunque di proseguire l’esperimento ma, a causa di un incidente, Zoe rimane uccisa. Frank, sconvolto dal dolore, decide di resuscitarla e ci riesce. Ma qualcosa nella rediviva Zoe non va come dovrebbe. Questa, in sintesi, la trama di The Lazarus Effect il film diretto da David Gelb e interpretato da Mark Duplass, Olivia Wilde, Sarah Bolger, Donald Glover ed Evan Peters, che arriva domani 21 maggio nelle sale italiane.
Se la storia di questa pellicola, a metà tra il thriller e l’horror, non è delle più originali (una sorta di mix tra Frankenstein, Pet Semetery e Linea mortale), è anche vero che soprattutto la prima parte di The Lazarus Effect si lascia guardare, le atmosfere sono ben costruite e inquietanti quel tanto che bast. Ma, dalla resurrezione di Zoe in poi, tutto diventa troppo confuso. Le tematiche religiose si mescolano a interrogativi etici e, nel frattempo, la “nuova” Zoe è completamente fuori controllo e nessuno sa come fermarla. I suoi comportamenti, inoltre, non vengono spiegati o approfonditi e il personaggio appare, in un certo senso, incompiuto.
Un vero peccato, perché il cast di per sé sarebbe anche all’altezza: soprattutto la Wilde, sempre bellissima, anche nei panni di uno zombie. A deludere sono anche gli effetti speciali, ma soprattutto la sceneggiatura che, tentando di stupire sempre e comunque, disorienta lo spettatore. Sul finale, infatti, non ci si chiede più nemmeno cosa stia succedendo o perché: si attendono solo i titoli di coda. E se l’idea iniziale dei produttori era quella di fare di The Lazarus Effect il primo film di una lunga serie, visto il risultato sembra difficile che questo possa accadere.
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