La vicenda aveva ormai assunto dimensioni ingestibili. Il fango ha coperto il nome e cancellato la notorietà, il talento, le risate. Da un pezzo Bill Cosby non è più identificato con quel comico che tanto faceva ridere nelle puntate de I Robinson (interpreta il padre nella serie cult che ha appassionato e continua ad appassionare intere generazioni), bensì come l’attore che nel corso del tempo ha più volte approfittato del successo per violentare donne: tante le accuse ricevute (ad oggi sono ben tredici), l’ultima risale allo scorso ottobre. Cosby finora ha scelto la strada del silenzio e della finta indifferenza. O almeno così sembrava. In realtà nel 2005 ha ammesso di essersi procurato un barbiturico, il Quaaludes (Metaqualone), con il fermo proposito di darlo a giovani donne e poter così far sesso con loro. Ha detto di averlo somministrato ad almeno una donna e ad “altre persone”. Il suo avvocato ha tentato fino all’ultimo di occultare i relativi documenti processuali, che adesso sono però ufficialmente emersi.
Il 77enne Cosby ha confessato nell’ambito di una causa civile intentata da una delle vittime, Andrea Constand, ex dipendente della Temple University, la prima che ha trovato il coraggio di agire legalmente contro gli abusi. La Constand ha infatti sostenuto di essere stata costretta a ingerire certe sostanze e poi aggredita sessualmente. Il caso si è chiuso nel 2006 con il patteggiamento in termini confidenziali e il versamento di una somma di denaro; l’Associated Press ha tuttavia chiesto al Giudice di rilasciare la documentazione. E’ stato un iter lungo. E lunedì 6 luglio, infine, la suddetta richiesta è stata accolta. A nulla è servita l’opposizione dei legali di Cosby, i quali hanno sottolineato che quelle carte avrebbero creato grave imbarazzo nel loro cliente.
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