Il prossimo ottobre Netflix sbarca in Italia. E sta decisamente affilando le unghie. Se da una parte, infatti, sono in via di definizione accordi con Telecom Italia e Mediaset (si dovrebbe concludere entro l’estate), dall’altra si prepara un esordio decisamente d’effetto. Eh sì, perché il colosso statunitense della tv in streaming fondato da Reed Hastings e Marc Radolph (che conta circa 62 milioni di clienti sparsi nel mondo) pare abbia tutte le intenzioni di alzare il tiro, anche servendosi della provocazione. Insomma, in cantiere c’è una serie tv dedicata a Mafia Capitale. Ma come possono gli americani – per quanto competenti – cimentarsi con un fenomeno così scottante e così “nostro”? Beh, basta organizzarsi e trovare i giusti interlocutori. Così, i dirigenti di Netflix sono già in contatto con Roberto Tozzi, ovvero il presidente di Cattleya. E Cattleya è la società che produce Gomorra, basti questo.
Sembra anche che i suddetti contatti siano finalizzati alla realizzazione di alcune puntate del nuovo progetto. In tutto dovrebbero essere dieci, almeno per quanto riguarda una prima stagione; l’investimento complessivo si aggirerebbe intorno ai venti milioni di dollari. “Nel mondo televisivo comanda il denaro – scrive Il Fatto quotidiano – e per poter produrre la serie italiana Netflix ha bisogno di pochi spiccioli, mentre ha già capito che non può rinunciare alla testa creativa di Cattleya“. Una cosa è certa: se la questione andrà in porto, ricostruendo lo scandalo del “mondo di mezzo” Netflix darà subito una stoccata ai concorrenti delle pay tv a cominciare da Sky. Qualcuno ha ipotizzato che quest’ultima potrebbe, per tutta risposta, allearsi con Mediaset; ma non si esclude che Mediaset, appunto, navighi verso altre strategie. Ovviamente per adesso è tutto da vedere, verificare, confermare.
E poi diciamola tutta: le varie “alleanze” poco importano al pubblico, che giustamente focalizza l’attenzione sulla qualità del prodotto offerto e sulla proporzione rispetto ai costi. Considerata l’accoglienza ottenuta da Gomorra, comunque, l’idea di portare sul piccolo schermo Mafia Capitale, i suoi nodi e i suoi personaggi non è affatto male. Anzi.
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