Il Festival del cinema di Roma riapre i battenti. Anzi no, non si chiama pià “Festival” bensì “Festa”. Un ritorno alle origini – che vanno ricercate nel 2006 e nell’amministrazione di Walter Veltroni, che intendeva donare un evento culturale alla città – voluto dal neo direttore Antonio Monda. Il quale, dunque, inverte nettamente il senso di marcia rispetto a chi l’ha preceduto e spiega i motivi con chiarezza durante la conferenza stampa di presentazione: “Negli ultimi anni, in ogni parte del mondo, si è assistito ad un aumento incontrollato di festival cinematografici, che si sono sovrapposti, a volte in maniera irragionevole e inappropriata, a quelli con una storia consolidata e gloriosa. Ce ne sono di ogni tipo e qualità, e nel momento in cui sono stato chiamato ad assumere il ruolo di direttore artistico dell’evento che si terrà a Roma dal 16 al 24 ottobre, mi sono immediatamente detto che non avrei contribuito a rafforzare questa tendenza, che ritengo sterile e nociva“.
Festa e non Festival: “può apparire – continua Monda – un gioco formale e lessicale, ma in realtà si tratta di una differenza sostanziale: intendo la Festa non solo come un momento di gioia e aggregazione, ma soprattutto di celebrazione del cinema“. Cancellato il concorso. Via le giurie, via i premi fatta eccezione per quello del pubblico. Via persino la cerimonia di apertura e di chiusura: quando si dice fare piazza pulita. In compenso, tre imperativi chiamati a fare da guida: discontinuità, varietà e qualità. Il manifesto rende omaggio a Virna Lisi, scomparsa lo scorso dicembre, e nel suo nome verrà premiata la migliore attrice italiana dell’anno. Il programma è nutrito: 37 film appartenenti ai generi più diversi, dal musical al documentario, dal dramma al thriller, dalla commedia al cartoon. Ma ci saranno anche pellicole d’azione “che a volte sconfinano nel sovrannaturale, serie televisive (come la seconda stagione di Fargo) e opere di ricerca personale“, prosegue Monda. L’Italia è rappresentata, nella selezione ufficiale, da Claudio Cupellini con Alaska, Sergio Rubini con Dobbiamo parlare, Gabriele Mainetti con Lo chiamavano jeeg robot e da Gianni Amelio con il documentario realizzato insieme a Cecilia Pagliarani Registro di classe – parte prima 1900-1960.
La Festa del cinema di Roma sarà inaugurata con Truth, opera prima dello sceneggiatore americano James Vanderbilt (The Amazing Spider-Man e Zodiac di David Fincher), protagonisti i premi Oscar Cate Blanchett e Robert Redford. Fra le opere più attese anche The Walk di Robert Zemeckis, Legend di Briand Helgeland con Tom Hardy (“La vera storia dei gemelli Krays che con i loro crimini terrorizzarono la swinging London degli anni ’60“), Mistress America di Noah Baumbach e con Greta Gerwig, Room di Lanny Abrahamson, The End of the Tour di James Pensoldt con Jason Segel nei panni dello scrittore di culto David Foster Wallace e Freeheld di Peter Sollett che racconta l’amore omosessuale tra i personaggi interpretati da Ellen Page e Julianne Moore.
Tra gli eventi speciali da segnalare la versione estesa de La grande bellezza di Paolo Sorrentino, le retrospettive curate da Mario Sesti e dedicate ad Antonio Pietrangeli, Pablo Larrain e alla Pixar, la serata omaggio per Pier Paolo Pasolini (a quarant’anni dalla sua morte, avvenuta il 2 novembre 2015) e i molti incontri con attori e registi: fra gli altri ci saranno Jude Law, Paolo Sorrentino, Todd Haynes, Wes Anderson e Donna Tartt, William Friedkin e Dario Argento, i coniugi Joel Coen e Frances Mcdormand e Carlo Verdone e Paola Cortellesi.
- IN COLLABORAZIONE CON ALICE NELLA CITTA’:
Un enfance di Philippe Claudel
Le Petit Prince di Mike Osborne - ELENCO TITOLI:
The Confessions of Thomas Quick di Brian Hill
La delgada linea amarilla di Celso R. Garcia
The End of the Tour di James Pensoldt
Monogamish di Tao Ruspoli
Ouragan, l’Odysse du vent di Cyril Banbancon
Pojkarna di Alexandra Therese Keining
The Propaganda Game di Alvaro Longoria
Hua Li Shang Ban Zou di Johnnie To
Legend di Brian Helgeland
Mojie Corky Crowie di Kinga Debska
Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti
Junun di Paul Thomas Anderson
Rio, eu te amo, ep. La fortuna di Paolo Sorrentino
Under Sundet di Martin Zandvliet
Ville Marie di Guy Edoin
Pticka di Vladimir Beck
Registro di classe – Parte prima 1900-1960 di Gianni Amelio, Cecilia Pagliarani
Mistress America di Noah Baumbach
Dobbiamo parlare di Sergio Rubini
Distancias Cortas di Alejandro Guzman Alvarez
Full Contact di David Verbeek
Hiso Hiso Boshi di Sono Sion
Experimenter di Michael Almareyda
Fargo – Seconda stagione di Randall Einhorn
Fauda di Assaf Bernstain
Freeheld di Peter Sollett
Full Contact di David Verbeeck
Eva no duerme di Pablo Aguero
Alaska di Claudio Cupellini
Amama – When a Tree Falls di Asien Altuna Iza
Angry Indian Godesses di Pan Nalin
Au Plus Pres de Soleil di Yves Angelo
Campo Grande di Sandra Kogut
Room di Lanny Abrahamson
Foto by Ufficio stampa