Tredici – 13 Reasons Why: polemica sulla recensione di Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli ha pubblicato la sua recensione semiseria su Tredici – 13 Reasons Why. La serie tv sul bullismo firmata Netflix non è piaciuta alla critica de ‘Il Fatto Quotidiano’, che ha simbolicamente inviato 8 cassette agli sceneggiatori su altrettanti punti dolenti da lei riscontrati nello script dello show. La recensione di Selvaggia Lucarelli ha attirato diverse critiche tra i commenti al suo post su Facebook.

La serie tv del momento, Tredici – 13 Reasons Why, ha diviso pubblico e critica fin dal suo approdo su Netflix per il modo crudo e diretto con cui ha affrontato la delicata tematica del bullismo. La critica de ‘Il Fatto Quotidiano’ Selvaggia Lucarelli ha condiviso su Facebook la sua recensione semiseria sulla serie tv, che – come si evince dall’incipit (“Hannah Baker mi sta sulle balle”) – non le è piaciuta. Tante le critiche ricevute tra i commenti al post.

Selvaggia Lucarelli, nella sua recensione, ha scritto: “Non discuto le buone intenzioni di chi l’ha ideato ed è bene che finalmente ci sia una serie che affronti l’argomento, ma Tredici è pieno di buone ragioni per inviare qualche cassetta anche ai suoi sceneggiatori”.

Le 8 simboliche cassette che Selvaggia Lucarelli ha inviato agli sceneggiatori riguardano: Hannah Baker (“È carina, è buona, è garbata, è deliziosa ma ha un problema: non denuncia chi ha delle colpe, colpevolizza chi la tratta bene, sfan*ula chi la vuole aiutare e poi si lamenta perché chi viene sfan*ulato non la insegue per i corridoi o per le scale di casa non capendo che i suoi ‘sparisci per sempre dalla mia vita’ vogliono in realtà dire ‘abbracciami e non lasciarmi mai più'”), la lista dove Hannah viene classificata come il ‘cu*o più bello’ (“Io al fatto che faccia una questione da ‘mercificazione del corpo delle donne’ per ‘sta benedetta lista faccio fatica a credere”), l’inutilità dei genitori (“I genitori, in questa serie, sono utili quanto le creme antismagliature per la pancia dopo un parto plurigemellare”), la cassetta di Clay (“Lui è nella cassetta perchè Hannah gli conferma che è stato buono, gentile e premuroso, e che al massimo, a voler cercare il pelo nell’uovo, la sua colpa è stata l’essere uscito da una stanza dopo che per tre volte gli era stato chiesto di andarsene”), Courtney (“Courtney è lesbica e non vuole che si sappia non tanto perché se ne vergogni ma perché, dal momento che è stata adottata da una coppia gay, non vuole rafforzare le teorie delle Sentinelle in Piedi sul fatto che i figli di un gay diventeranno gay”), la cassetta di Sheri (“A voler vedere, Sheri è la più martoriata della serie”), Bryce (“Oltre a incarnare più stereotipi di quanti ne possa proferire una concorrente di Miss Italia nel suo discorso, il diciottenne ricco, violento, capitano della squadra di basket del liceo Bryce Walker è uno stupratore, perché ovviamente, nel pieno spirito di banalità che permea tutta la serie, gli autori vogliono ricordarci che la ricchezza non compra la felicità e che il nuoto è lo sport più completo. Tuttavia nessuno lo denuncia”), il finale (“Meglio che in una favola di Esopo, riassume perfettamente il messaggio della serie. Cerca di essere empatico? Non fare del male a nessuno? Sii migliore delle persone che hai attorno? No, però fidanzati con la tizia nichilista, cartomante, coi piercing e che si lava a capodanni alterni, sennò magari poi si suicida pure lei e ti manda una cassetta”).

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Photo credits: Twitter

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