R.L.Stine, Umberto Mentana ci racconta i “suoi” Piccoli Brividi

Umberto Mentana ha scritto un saggio su tutto il lavoro di R.L.Stine partendo da Piccoli Brividi. L’intervista.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autore di un altro degli splendidi libri firmati da Weird book che alimentano la nostra curiosità e la voglia di cinema.

R.L.Stine, un nome che dice moltissimo a chi negli anni novanta era un ragazzo. Piccoli Brividi ha cambiato il modo di approcciarsi all’horror rendendolo accessibile anche ai bambini. Che ne pensi?

Io sono cresciuto con R.L. Stine. E le mie primissime letture a metà degli anni Novanta sono state le storie di Piccoli Brividi, posso affermare con sicurezza addirittura che ho quasi incominciato a leggere, nel vero senso della parola, grazie a R.L. Stine. Avevo 7-8 anni quando il primo libro di Piccoli Brividi, La casa della morte, è stato pubblicato. Riguardo all’horror per ragazzi Bob Stine è assolutamente un nome tutelare, come ho cercato di spiegare in questo mio libro su più fronti; il suo modo e la sua tecnica di raccontare, l’essere riuscito a bilanciare perfettamente tramite un cocktail micidiale l’horror con l’humor ha fatto sì che le carte in tavola sul Genere sono cambiate per sempre con l’affermarsi delle sue storie e con lui, secondo me. E il successo enorme che ne è conseguito, soprattutto verso un target di giovanissimi, facendo scoppiare una vera e propria Goosebumps-mania è stata la dimostrazione effettiva di quello che sto appunto dicendo.

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I libri di Piccoli Brividi di R.L.Stine (Velvet Cinema)

I romanzi rimangono mitici e sono dei viaggi mentali che difficilmente si riescono a ritrovare oggi in altri racconti. Cosa ti ha colpito di loro?

I suoi libri sono assolutamente mitici! Riflettendo sulle sue terrificanti e insieme divertentissime storie a me personalmente piaceva il suo non essere mai ripetitivo, ogni volta era appunto un viaggio nel folklore horror di ogni tipo: in un libro potevi incontrare lupi mannari, in un altro spaventapasseri viventi, vampiri, uomini delle nevi, maschere maledette, stregoni, scienziati pazzi, zucche di Halloween, fantasmi di ogni tipo, addirittura spaventosissimi gnomi da giardino e assurdi mostri-spugna. Per non parlare di Slappy, il pupazzo parlante con un complesso di Napoleone, il suo personaggio più noto. E oltre a questa miriade di villain, erano i luoghi, colmi fino all’orlo di atmosfere horror: luna park, campeggi estivi, piccole città americane costituite interamente da case con staccionate in legno dove i ragazzini la notte del 31 Ottobre andavano in giro mascherati e dove, naturalmente, si scontravano con le peggiori cose. In tutto questo, poi, era il ritmo dei libri di Stine che aveva qualcosa di unico, una vera corsa al cardiopalma. Lui dice sempre che ogni sua storia ha un inizio, una parte centrale ed un twist, ossia un colpo di scena. Questa struttura l’ha applicata non solo all’intera architettura di ogni suo libro ma praticamente ad ogni capitolo, rendendo impossibile arrestarsi nella lettura, non puoi non continuare a leggere… soprattutto sotto le coperte con una luce accesa per non farti scoprire dai tuoi genitori. E poi le copertine di Tim Jacobus erano di una bellezza e di un terrore sconvolgente.

Piccoli Brividi la serie tv
Piccoli Brividi, la serie tv (VelvetCinema)

Dai romanzi alla serie tv, capitoli autoconclusivi e colonna sonora incredibile. Quando li vidi da bambino mi resi subito conto che avevano azzeccato tutto, avevano riportato sullo schermo quello che avevo letto sui libri. Che ne pensi?

Assolutamente. Come dicevo, nei 90s ci fu proprio un esplosione e una febbre dovuta ai Piccoli Brividi (Goosebumps nell’edizione originale). Ed era la prima volta in assoluto che nasceva un franchise da una collana di libri, molto prima di Harry Potter. Da lì si formularono pratiche crossmediali e transmediali che continuano ancora oggi, non a caso è stata messa in produzione da Disney+ una nuova serie TV live action su Piccoli Brividi dopo quasi trent’anni dalla primissima serie TV, ancora oggi un prodotto di culto. E mi preme ricordare anche il fantastico musical Goosebumps: Phantom of the Auditorium, di Danny Abosch e John Maclay del 2016. Ma non solo la televisione, negli anni novanta girava davvero qualsiasi cosa attorno a Piccoli Brividi: costumi di carnevale, calendari, action figures, t-shirt, coperte, cioccolatini, programmi radiofonici, fumetti, musicassette, c’era davvero qualsiasi cosa. E come dici benissimo anche tu, era tutto molto fedele allo spirito dei libri e alle atmosfere visive di Jacobus presenti nelle copertine, vivevi davvero, al di fuori della pagina e nella vita reale il mondo di Piccoli Brividi.

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Piccoli Brividi, il film (Velvet Cinema)

I film usciti al cinema molti anni dopo hanno puntato sulla spettacolarità e il volto di Jack Black, l’idea però è che il filo narrativo si sia un po’ perso. Che ne pensi?

I due film su Piccoli Brividi, rispettivamente distribuiti nel 2015 e 2018, li vedo come un grande omaggio e il giusto tributo a R.L. Stine. Sono divertenti, ritroviamo i personaggi cult che popolano l’immaginario di Piccoli Brividi (ci sono anche un paio di divertentissimi cameo di Stine stesso!) e naturalmente però allo stesso tempo appartengono ad un altro pubblico, quello contemporaneo che, strano a dirsi, invece è lontano anni luce dai modi di assimilare che aveva l’audience degli anni novanta, a cui io sono emotivamente legato. Ovviamente anche da un punto di vista formale c’è un apporto strabordante della tecnologia digitale che ha reso tutto un po’ più di “plastica”. I due film rimangono tuttavia un bell’esercizio di divertissement, decisamente in bilico tra horror e umorismo, proprio come piace al “nostro” Bob Stine. Aver poi incluso Tim Jacobus per l’animazione dei titoli di coda del primo film ha chiuso perfettamente il cerchio di tributi.

Come mai poi nel passare del tempo dopo tanto successo l’attenzione verso Piccoli Brividi è andata un po’ scemando?

Innanzitutto c’è da dire che R.L. Stine continua a pubblicare libri, fumetti e altro senza sosta. Infatti da qualche mese è stata annunciata una nuova collana “spin-off” di Goosebumps, che si intitola House of Shivers che sarà pubblicata negli Stati Uniti a partire da questo Settembre, perciò l’attenzione in un certo senso affievolita è per quanto riguarda esclusivamente il mercato italiano che da un po’ di anni non riporta in traduzione i nuovi libri di Stine. È stato pubblicato esclusivamente un volume celebrativo per i trent’anni di Piccoli Brividi – una raccolta delle prime tre storie della collana – ma ci sono numerosissimi altri titoli ancora inediti qui da noi e che sarebbe davvero importante renderli disponibili in traduzione come d’altronde è stato fatto in passato. Io credo che sia meramente una condizione editoriale, non interessa più portare nuovi lavori di Stine qui in Italia, nonostante sia un autore che ha venduto oltre 400 milioni di copie. E se la devo dire tutta, mi è sembrato davvero assurdo quando ho incominciato seriamente a pensare di scrivere di lui che fino a oggi, a parte il mio libro, non ci sia mai stato qualcuno in Italia che abbia pensato o almeno avuto la curiosità di dedicargli un libro, analizzando non solo la sua biografia ma anche l’importanza socio-culturale che hanno tutt’oggi le sue scary stories. E questo non è successo neppure all’epoca del “boom” massimo di Piccoli Brividi durante la metà degli anni ‘90. Per scrivere questo libro, per quanto riguarda la documentazione infatti mi sono rifatto esclusivamente a testi esteri. Quindi ringrazio davvero di cuore Luigi Boccia e tutta la famiglia della casa editrice Weird Book che hanno mostrato sensibilità e attenzione per il mio progetto su un autore e per alcuni temi davvero mai trattati dalla saggistica italiana. Concludendo voglio raccontarti una cosa: ho presentato il mio libro circa un mese fa in una platea formata da ragazzini delle scuole medie e l’interesse era tanto tanto alto, mi hanno bombardato letteralmente di domande per tutto il tempo. C’è entusiasmo e voglia di leggere e interagire con queste storie, abbracciare con serenità la paura e questo bellissimo e macabro universo, perché tutti questi ragazzini e ragazzine sanno – come ero cosciente anche io – che a fine lettura, era tutto sotto controllo, ero scosso, in tensione ma era una paura decisamente controllata. Bisogna abituarsi alla paura. E se c’è qualcuno lì fuori che mi sta leggendo spero che prenda seriamente in considerazione il fatto di riaprire le porte di tenebrosi armadi decadenti per far di nuovo ricomparire sugli scaffali delle nostre librerie sempre più storie appartenenti al genio dell’inesauribile creatività di R.L. Stine.

R.L.Stine è conosciuto maggiormente per Piccoli Brividi, ma non è solo Piccoli Brividi. A chi lo conosce meno cosa puoi dire?

R.L. Stine assolutamente non è solo Piccoli Brividi. La sua collana più celebre, infatti, è nata qualche anno dopo della sua prima “creatura” del terrore, ossia Fear Street che come per Goosebumps consta di tantissimi titoli. Da Fear Street, inoltre, è stata tratta anche una trilogia cinematografica di successo disponibile su Netflix a partire dall’estate 2021, a cui farà seguito un ulteriore quarto capitolo. Fear Street è una serie di libri dedicata a teenager e non a ragazzini in età middle grade, quindi in questi libri non troverete un supernatural thriller, come dice Stine, ma ci sono elementi molto reali e anche i villains difficilmente appartengono all’universo dei “mostri” (o meglio, non solo) ma sono temibili e feroci killer. In queste storie abbonda il sangue e ci sono decine e decine di omicidi sanguinolenti, cosa che Stine assolutamente non presenta in Piccoli Brividi proprio per non traumatizzare l’audience più giovane. I teenager sono difficili da spaventare e perciò c’è bisogno di uno shock più violento. Quindi il mio consiglio, per i più grandicelli, è recuperare qualche titolo di Fear Street, alcuni libri fortunatamente dopo il successo dei film Netflix sono stati tradotti o rieditati anche qui in Italia per Mondadori. Se volete ancor di più approfondire i temi e le storie di Stine vi consiglio anche i fumetti Just Beyond da cui è stata tratta anche una serie Tv antologica dall’omonimo titolo disponibile su Disney +. E se vi avventurate in queste storie, ricordatevi: Pelle d’oca, stai attento stai per prenderti uno spavento!

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