Kasia Smutniak torna al cinema con la sua opera prima da regista: trama, cast e curiosità su MUR

Presentata alla Festa del Cinema di Roma un’altra pellicola d’esordio alla regia dopo quella di Paola Cortellesi, il film arriva in sala

L’attrice di origini polacche, Kasia Smutniak, amatissima dal pubblico, ha deciso di buttarsi a capofitto in una nuova ed elettrizzante avventura. La sua collega Paola Cortellesi è già passata dall’altra parte della macchina da presa, ha presentato la sua opera prima alla Festa del Cinema di Roma proprio come lei. La pellicola ha ottenuto un buon riscontro alla kermesse cinematografica, ora la prova del nove in sala.

Si intitola MUR e rientra precisamente nella categoria dei film documentario, ha avuto modo di lanciarlo nella sezione TIFF DOCS del Toronto International Film Festival di quest’anno – oltre che nello Special Screening che si è tenuto nella Capitale. “È in qualche modo un’ossessione che volevo analizzare”, ha ammesso la 44enne. Della durata di 110 minuti, l’opera è sbarcata al cinema il 20 ottobre.

Kasia Smutniak e l’esordio alla regia: di cosa parla il suo MUR

Due esordi col botto alla Festa del Cinema di Roma, prima Paola Cortellesi col suo C’è ancora domani poi Kasia Smutniak con MUR. Debutti profondamente diversi tra loro ma che lasciano ben sperare per il futuro del cinema italiano ma soprattutto per il mondo della regia al femminile del nostro Paese. La produzione Fandango, in associazione con Luce Cinecittà, porta la sua opera prima in sala dal 20 ottobre.

MUR, di cosa parla il film documentario diretto da Kasia Smutniak
Kasia Smutniak in una delle scene del suo film documentario intitolato MUR, arriva nelle sale in questi giorni – velvetcinema.it (YT @Fandango)

Durante lo screening speciale organizzato nel consueto appuntamento cinematografico che si tiene nella Capitale ha avuto modo di osservare la reazione del pubblico prima della pubblicazione ufficiale, come già aveva fatto tra l’altro al Toronto International Film Festival. Il protagonista del suo film documentario è il muro tra Polonia e Bielorussia, eretto per contrastare il flusso migratorio tra i due Paesi. Stiamo parlando di una cortina d’acciaio che si estende in lunghezza per 186km e in altezza per 6 metri.

Per l’attrice è stato un modo di sfogare una sua ossessione, un’esperienza catartica; ha voluto sviscerare un argomento che l’ha toccata particolarmente. Un personalissimo diario intimo per il grande schermo: “La mia fissazione per quel muro è diventata così forte che non riuscivo a fare nient’altro nella mia vita”, ha ammesso e poi ha sottolineato come quella trattata sia una questione soprattutto politica.

Una barriera, un muro che recinta i popoli, le persone, i luoghi, gli animali, la terra, fanno parte dei nostri tempi. In Europa ce ne sono 19 e altri 12 aspettano la luce verde per essere costruiti. E forse l’Europa non è più quella cosa che è ancora nella nostra testa, ma è diventata da tempo un’altra cosa”, sono state le sue parole riportate da Sky TG24.

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