San Valentino: 5 film da NON vedere!

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Oggi è San Valentino. Cuoricini, orsacchiotti e messaggini sdolcinati invadono il web, mentre tutti provano a vendervi qualcosa di carino e coccoloso, ricordandovi che oggi è il giorno dell’amore… Noi diciamo BASTA! Non è giusto farsi sopraffare dal romanticismo obbligato imperante in queste ore, esigiamo il diritto di essere burberi e misogeni nel giorno più amato dalle fabbriche di cioccolato e dai fiorai. Vi proponiamo dunque 5 film anti-San Valentino, che potete godervi da soli, con amici, o in coppia se la vostra ragazza/compagna/moglie ha il caratterino giusto per affrontare con spirito la serata.

007 – Casino Royale

Qui su Velvet Cinema Italia siamo grandi fan della saga di James Bond e dei film interpretati da Daniel Craig: all’ultimo capitolo “007 – Skyfall” abbiamo dedicato un’entusiastica recensione. Ma vogliamo recuperare il primo dei tre film col biondo protagonista, “007 – Casino Royale” per due motivi: il primo è che si tratta di un piacevolissimo action con sequenze memorabili, che saprà sicuramente intrattenervi durante la serata; il secondo motivo è che al centro della storia vi è sostanzialmente l’amore tra James Bond e Vesper Lynd – ma quanto è bella Eva Green? Vi diciamo solo che l’epilogo veneziano smielatissimo avrà un finale tragico a tal punto che un segnato James Bond dal cuore infranto chioserà con “la puttana è morta“.

San Valentino di Sangue 3D

Si tratta di un horror vecchio stile, uscito nel 2009, remake di un cult del genere datato 1981. “San Valentino di Sangue 3D” è stato tra i primi film a sperimentare il ritorno del 3D al cinema di massa. La trama è un pò la solita: c’è il matto – per l’occasione vestito da minatore – che durante una festa di teenager – per l’occasione tenuta nelle profondità di una miniera abbandonata il giorno di San Valentino – si diverte a picconare in giro, tra sangue e devastazione. Film molto gore, effettacci che bucano letteralmente lo schermo grazie al 3D. Niente di nuovo sotto il sole, ma per chi ama l’horror è sicuramente la serata ideale per recuperare questa pellicola.

Io e Annie

Caposaldo di Woody Allen del 1977, “Io e Annie” è il film che rubò gli Oscar più importanti a “Star Wars” di George Lucas e a “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg. Il film è un pò un bignami di Woody Allen: New York, paranoie, dialoghi fulminanti, insicurezze amorose, teorie psicologiche, ironia grottesca ma intelligente. La prima parte è davvero fenomenale, la fine del film è un pò “la solita roba alla Woody Allen“, rivisto oggi: malinconica ma bonaria rassegnazione all’irrazionalità e all’inconsistenza dell’amore. Segnaliamo una comparsa d’eccezione nel film: il sociologo Mc Luhan che in un’epica scena di meta-cinema deride un suo presunto studioso, un borioso intellettualoide radical-chic.

Le conseguenze dell’amore

Uno dei migliori film dell’orgoglio italiano Paolo Sorrentino, un film che nel 2004 ha confermato la bravura del regista italiano con un palmares di tutto rispetto. Il mattatore de “Le conseguenze dell’amore” è un Tony Servillo in stato di grazia che rende perfettamente tutte le sfumature del suo personaggio Titta Di Girolamo, un intermediario della mafia di stanza in Svizzera per riciclare denaro sporco. L’isolamento e la sua connaturale diffidenza lo porteranno per reazione opposta ad infatuarsi di una giovane cameriera dell’hotel in cui alloggia, con conseguenze devastanti. Memorabile l’inquadratura dell’appunto di Titta: “Progetti per il futuro: non sottovalutare le conseguenze dell’amore.

Amici Miei

Antonello Venditti lo cantava in “Ci vorrebbe un amico“, ma Ugo Tognazzi lo ha messo in pratica con Duilio Del Prete, Gastone Moschin, Philippe Noiret, e Adolfo Celi nel memorabile capolavoro di Mario MonicelliAmici Miei“. Un film sull’amicizia maschile, quella vera fino alla tomba. Un film sulla goliardia e sul cinismo. Profondamente disillusa e amara sotto la patina di gag fulminanti, è una pellicola nella quale le donne appaiono solo come momentaneo strumento di piacere, mentre uomini mai cresciuti ancora cazzeggiano con spirito credendo di irridere la morte. Si ride molto, ma è il riso amaro della vita che passa, come le illusioni di felicità.

(foto: iStock)