Gli 80 anni di Jean Paul Belmondo

Un bel giorno per Jean Paul Belmondo. Tagliare il traguardo degli 80 anni è già di per sé una soddisfazione, se in più si riceveranno anche gli auguri e gli elogi da tutto il mondo, bè, allora sì che il compleanno diventa una giornata dalle forti emozioni. Amato alla follia dai francesi, attore simbolo del movimento della Nouvelle Vague, grazie al suo talento e al suo carisma Belmondo ha saputo conquistarsi un posto d’onore nell’olimpo del cinema mondiale.

Chi non ricorda lo spigliato criminale protagonista di “Fino all’ultimo respiro” di Jean-Luc Godard? E’ il ruolo che segna la carriera di Belmondo: lo porterà al successo e resterà il suo personaggio più famoso. E’ il 1960, Bébel, questo il suo soprannome, ha 27 anni e sta respirando la ventata d’aria fresca portata nel cinema francese dai fondatori della Nouvelle Vague.
Gli anni sessanta lo vedono impegnato accanto a registi di grande spessore. Con Jean-Luc Godard lavora in “La donna è donna” e “Il bandito delle undici”, collabora con Vittorio De Sica in “La ciociara”, Claude Chabrol lo chiama per “A doppia mandata”, gira “L’uomo di Rio” con Philippe de Broca.

Il suo fascino è innegabile. Con Alain Delon si contende lo scettro di sex symbol dell’epoca: tanto bello e misterioso uno, quanto simpatica canaglia l’altro. Quel viso un po’ buffo e irregolare, l’aria scanzonata, l’innata simpatia, rendono Bébel il brutto più affascinante del cinema francese– così l’hanno spesso definito – che riesce a far breccia nel cuore di tutti: pubblico e registi.

Alterna abilmente commedie divertenti a film drammatici e impegnati, come “La mia droga si chiama Julie” di François Truffaut, ma alla fine degli anni sessanta il sentiero verso film più commerciale sembra segnato. E così, ormai divo a tutti gli effetti, Belmondo è pronto per un nuovo capitolo. Negli anni ’70 è il re indiscusso del genere poliziesco, straordinarie le sue interpretazioni in “Il clan dei marsigliesi” di José Giovanni, “Lo sparviero” di Philippe Labro e “Joss il professionista” di Georges Lautner, film citato anche nella recente commedia francese “Due agenti molto speciali“.

Poi il teatro, la partecipazione a film non memorabili, un’ischemia e una vita privata che mai smetterà di essere burrascosa. Ma Bébel resta un mito: nel 2011 la giuria del Festival di Cannes gli assegna la Palma d’Oro alla carriera.

Claude Lelouche ha annunciato che Jean Paul Belmondo tornerà al cinema come protagonista della commedia “Les bandits manchots”. Perché saranno 80 anni tanti, ma non troppi se si affronta la vita con un sorrisetto beffardo alla Bébel.

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