#Venezia70, “Zoran, il mio nipote scemo”: dieci minuti di applausi [VIDEO]

Ovazioni e dieci minuti di applausi alla fine della proiezione del film Zoran, il mio nipote scemo, unico film italiano in concorso alla Settimana internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia 2013. Il lungometraggio, prodotto dalla società goriziana Transmedia in coproduzione con la slovena Staragara, è il primo del Friuli Venezia Giulia ad aver ottenuto il supporto di Eurimages (fondo costituito allo scopo di promuovere l’industria cinematografica europea), nonché di FVG Film Commission, Fondo Audiovisivo FVG, ministero dei Beni e delle Attivita’ culturali e del Turismo, Slovenski Filmski Center, Viba film e RTV Slovenija.

La regia è stata affidata all’esordiente Matteo Oleotto, mentre nel cast troviamo Giuseppe Battiston, Teco Celio, Rok Prašnikar, Roberto Citran, con la partecipazione straordinaria di Sylvain Chomet. Il protagonista, Paolo Bressan, è un quarantenne cinico e misantropo, che gestisce una piccola osteria ed insegue senza successo l’idea di riconquistare la sua ex moglie Stefania. Tutto cambia quando nella sua vita arriva suo nipote Zoran, un ragazzo di quindici anni un po’ strano, ma formidabile a giocare a freccette. In questo modo Paolo si sveglia da un letargo che durava da sempre e inizia ad inseguire un riscatto personale.

Con questo film Oleotto ha voluto raccontare la sua terra, il Friuli. Personaggi come quello di Paolo (un uomo solo, ma che non ama la solitudine) sono molto diffusi nelle realtà rurali del Nord Italia: “Avevamo ben chiare le tipologie umane che volevamo descrivere. C’è sempre un elemento all’interno della comunità che cerca di farsi notare“, ha dichiarato il regista.

Una commedia che non ha l’intento di far ridere: Si tratta di una commedia cupa. Volevamo semplicemente raccontare personaggi veri in situazioni verosimili“, ha aggiunto Battiston. E per rendere il tutto ancora più reale, la proiezione della pellicola è avvenuta a Casa Zoran, a due passi dal Palazzo del Cinema, nella quale è stata ricostruita una tipica trattoria dell’altipiano del Carso nel quale si può bere vino, mangiare salame e prosciutto, giocare a dama e tirare freccette, proprio come nel film.

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