“Gomorra”, la fiction: affittata la villa del boss, monta la polemica

Gomorra, la fiction: le riprese sono terminate da pochi giorni e monta la polemica. Tutta colpa di quella villa a Torre Annunziata, la villa di Francesco Gallo (37 anni), boss del clan camorristico chiamato Pisielli. Ecco, per rendere il tutto più realistico, lo scorso marzo la produzione ha deciso di affittarla e girarci alcune scene. Ad aprile Gallo è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta condotta dal pm Pierpaolo Filippelli, il giudice Antonella Terzi ha fatto sequestrare la sua sontuosa dimora e il contratto di locazione è stato acquisito agli atti. Gallo, però, aveva già ricevuto la prima parte dell’affitto: 6.000 euro, in tutto sono 30.000 per sei mesi di riprese. Il resto del denaro è andato invece all’amministrazione giudiziaria; una decisione che ha suscitato un’immediata reazione del procuratore aggiunto Giovanni Melillo, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia: “L’amministrazione giudiziaria – fa sapere – non ha certo il compito di regolare preventivamente i rapporti umani. Leggere queste cose in questo momento mi ha stupito, non avrei voluto leggerle”.

Ora. Affittare la villa di un mafioso non è un reato. Però, come riporta il quotidiano La Repubblica, la cosa non può passare inosservata. “Chi viene in questi territori – è il commento del procuratore di Torre Annunziata Alessandro Pennasilico – deve sapere che è facile imbattersi in certi ambienti. Per questo bisogna fare in modo da evitare che certi contatti, specie se determinati da esigenze di spettacolo, possano anche involontariamente legittimare questi ruoli criminali, se non addirittura contribuire a dare loro lustro e prestigio, come se fossero stati riconosciuti quali rappresentanti di un potere territoriale“.

Da parte sua, la casa di produzione Cattleya assicura tramite una nota ufficiale di essersi impegnata “ad evitare ogni contaminazione” e indica come dimostrazione di tale impegno il fatto di aver tempestivamente chiesto e ricevuto indicazioni dalla magistratura per quanto concerne i rapporti con la Direzione distrettuale antimafia e l’amministrazione giudiziaria intrattenuti dopo il sequestro. Certo, Cattleya ammette che lavorare per trenta settimane in quei luoghi rende inevitabile il contatto con moltissime persone e al contempo impossibile un controllo serrato e totale; l’unica alternativa sarebbe stata la rinuncia. Pennasilico, tuttavia, non è per nulla convinto: “Questi sono esattamente i rischi che si corrono quando ci si avvicina senza la dovuta cautela a un territorio che purtroppo è permeato anche da ambienti malavitosi. Stupisce l’ingenuità di chi poi dice di sorprendersi davanti a certe situazioni“.

Purtroppo – è l’eco amara di Raffaele Cantone, magistrato che vive sotto scorta a causa delle sue indagini sul clan dei Casalesi – sono storie già viste. Senza entrare nel merito di vicende che non conosco, è capitato altre volte che imprenditori provenienti dal Nord abbiano cercato contatti con ambienti malavitosi quando si sono trovati a lavorare da queste parti. Ecco di cosa parliamo, quando ci riferiamo al controllo del territorio da parte della camorra“.

Comunque attesissima, la serie Gomorra andrà in onda nel 2014 su Sky e successivamente su La7; saranno in tutto 12 puntate da 50 minuti, è una coproduzione firmata Cattleya, Fandango, Sky in collaborazione con La 7 e la distribuzione internazionale della tedesca Beta. La regia è di Stefano Sollima (Romanzo criminale la serie, Acab), Francesca Comencini e Caludio Cupellini.

Foto by Facebook

Impostazioni privacy