“Diana – La storia segreta di Lady D”, i mille volti della principessa triste

Il ritratto della donna più famosa al mondo, fragile e complicata, che alterna sentimenti adolescenziali e comportamenti da diva. “Diana – La storia segreta di Lady D” è un biopic molto parziale: invece di concentrarsi sulla morte della principessa e sulla sua storia con Dodi Al Fayed, l’ultima in ordine di tempo delle tante love story della principessa triste, racconta la sua relazione con il cardiochirurgo pakistano Hasnat Khan (Naveen Andrews), incontrato per caso durante una visita in ospedale.

Tratto dal libro pubblicato nel 2011 da Kate Snell, “Diana : il suo ultimo amore”, sceneggiato da Stephen Jeffreys, il film è stato diretto dal regista tedesco Oliver Hirschbiegel, candidato all’Oscar per “La Caduta”, che descriveva gli ultimi 12 giorni di vita di Hitler. Questa volta a centrare la candidatura alla statutetta (e magari anche a vincerla, dopo altre due nomination)potrebbe essere la protagonista Naomi Watts, del tutto convincente nel ruolo di Diana, di cui riesce a riprodurre – con una straordinaria somiglianza dovuta a un ottimo trucco e parrucco – anche il modo di parlare, di camminare, di inclinare la testa e di sembrare contemporaneamente fragile e forte, come una giovane leonessa (così la descrive nel film la nonna del suo fidanzato segreto).

Il regista sceglie di non darla subito in pasto al pubblico, attraverso una lunga carrellata iniziale in cui la macchina da presa la segue in ogni movimento senza inquadrarne il volto. Una metafora di quella che è stata la vita della principessa, soprattutto dopo il divorzio dal principe Carlo: una donna tallonata costantemente dai paparazzi e dalla gente comune, ma mai “inquadrata” con attenzione. Un lungo flashback, poi, riporta lo spettatore indietro di due anni: Diana è allo specchio nella sua casa di Kensington palace, dove era stata confinata dopo la separazione dal principe e soprattutto dai suoi figli, di cui sentiva molto la mancanza: ha bisogno di una svolta nella sua vita, prendendo le distanze dalla famiglia reale.

Nei giorni in cui concederà la famosa intervista alla BBC in cui racconterà i particolari del suo matrimonio fallito conosce Hasnat, un medico 36enne che la colpisce a tal punto da trasformarla in un’adolescente innamorata e da spingerla a contribuire a salvare il mondo. La pellicola mostra che è proprio l’amore con il cardiochirurgo a far scattare in lei la motivazione giusta per promuovere le sue innumerevoli iniziative umanitarie, dalla campagna contro le mine antiuomo che la porta a girare il mondo al’asta benefica dei suoi vestiti per finanziare la ricerca sull’AIDS.

La pellicola ha il merito di mostrare le molteplici facce di Diana, dipingendone un ritratto che appare quanto più possibile vicino alla realtà: dalla stalker che implora l’amore di Hasnat alla disincantata manipolatrice che sfrutta i paparazzi per farlo ingelosire, passando per la casalinga disperata che riscalda la cena al microonde fino all’adolescente innamorata che corre in lacrime, a piedi nudi nel parco, dopo essere stata lasciata.

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