Il prossimo 24 ottobre arriverà nelle sale italiane Il Quinto Potere (The fifth estate) di Bill Condon, film che ricostruisce la storia di Wikileaks sulla base basandosi sui due libri Inside WikiLeaks di Daniel Domscheit-Berg e Wikileaks. La battaglia di Julian Assange contro il segreto di stato dei giornalisti inglesi David Leigh e Luke Harding. Il fondatore dell’ormai celebre organizzazione no profit creata con l’obiettivo di divulgare milioni di documenti segreti, Julian Assange, aveva già manifestato una certa disapprovazione nei confronti di questa pellicola. Ma adesso sferra un attacco duro, decisamente duro. E lo fa tramite una lettera pubblica all’attore Benedict Cumberbatch, ovvero colui che veste i suoi panni nella finzione.
IL QUINTO POTERE: TRAILER UFFICIALE ITALIANO
Di apprezzare, Assange lo apprezza. Ritiene che abbia talento. Ma non ha mai voluto incontrarlo per questa pellicola e finalmente mette nero su bianco i motivi (oltre a tutta la sua rabbia): “Credo che tu sia una brava persona – scrive a Cumberbatch – ma non credo che questo sia un buon film. Le tue capacità sono state messe nelle mani di persone intenzionate a far fuori me e WikiLeaks. Credo che tu debba riconsiderare il tuo coinvolgimento in questo progetto“. Oddio, un po’ difficile tirarsene fuori adesso, ma tant’è. Assange va avanti come un treno, attaccando i produttori: “Esistono decine di libri positivi su Wikileaks, ma la Dreamworks ha deciso di basare la sua sceneggiatura solo sui due più velenosi. Il primo (appunto quello di Domscheit-Berg, ndr) è talmente avvelenato che viene distribuito alle basi militari degli Stati Uniti come disincentivo per il personale militare a comunicare con noi. È noto inoltre che il suo autore è stato direttamente coinvolto nella lavorazione del film“.
Secondo Assange, addirittura, il Governo americano e una delle più grosse major hollywoodiane hanno deciso di fare squadra per “nuocere all’organizzazione, rappresentare me e il mio lavoro in una luce negativa e distorcere la realtà per sottrarla alla conoscenza del pubblico. Questo film si giustifica con la scusa di essere finzione. Ma non lo è. Si tratta invece di una distorsione deliberata della verità che danneggia le persone che fanno battaglia contro avversari molto più potenti di loro. E’ un lavoro di opportunismo politico, di manipolazione, di vendetta e, soprattutto, di codardia“.
Poi rinnova l’invito a Cumberbatch: “Pensa attentamente alle conseguenze della tua collaborazione con un progetto che svilisce e marginalizza un rifugiato politico a beneficio di uno Stato usurpatore, corrotto e pericoloso. Considera le conseguenze per le persone coinvolte e del danno che potrebbero ricevere da questo film. Sono convinto che avevi le migliori intenzioni quando hai accettato di prendere parte al progetto, ma puoi capire da solo adesso quanto possa essere controproducente per me l’idea di incontrarti. Facendolo, darei legittimazione a questo film miserabile“. Una cosa è certa: consapevolmente o inconsapevolmente, Julian sta contribuendo alla promozione de Il Quinto Potere…
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