Runner Runner: poker online e truffe con Justin Timberlake e Ben Affleck

Arriva oggi, 24 ottobre, in tutte le sale cinematografiche italiane il nuovo film di di Brad Furman (già regista del thriller The Lincoln Lawyer) con Ben Affleck, Justin Timberlake e Gemma Arterton: Runner Runner. Il film è stato girato interamente a Porto Rico ed è prodotto da Leonardo DiCaprio. Lo studente universitario Richie (Timberlake) è convinto di essere imbrogliato dal magnate del gioco d’azzardo Ivan Block (Ben Affleck). Il ragazzo ha perso tutti i soldi che aveva a causa di alcuni giochi online e ora vuole vendicarsi. Block però lo prende sotto la sua ala protettiva per insegnargli i segreti della truffa e promettendogli un sacco di soldi. Nel frattempo Richie s’invaghisce della socia in affari si Ivan, la bella Rebecca Shafran (Artherton), ma non sa la cosa più importante. I due sono ricercati dall’FBI e quindi decidono di sparire usando proprio lui come capro espiatorio. Cosa farà a questo punto il povero Richie per non rischiare di finire dietro alle sbarre?

Il titolo si ispira proprio ad un termine usato nel poker: runner runner significa fare colore per un grosso colpo di fortuna all’ultima carta. Questo è il nuovo sogno americano. Negli Stati Uniti nell’ultimi anno sono stati spesi più di due miliardi e mezzo di dollari su siti illegali di gioco. Il sogno americano voleva dire diventare ricchi e famosi, ma ora si vuole raggiungere questo status il più velocemente possibile. Tutto è causato anche dalla tecnologia che ha creato un mondo in cui tutto accade più freneticamente. I giovani vogliono tutto subito. Dietro tale concetto c’è qualcosa di distorto e sbagliato: ecco il messaggio che la pellicola vuole trasmettere.

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Il ruolo di Ben Affleck è molto riuscito e risulta carismatico e divertente. Justin Timberlake invece sembra non aver trovato bene la sua identità nel film come se non sapesse bene come comportarsi. Però il film resta sempre in sospeso. E’ come se fosse sempre sul punto di decollare e poi non decolla mai. Non si capisce bene il senso. Addirittura il New York Times ha detto:Ci si sente come dopo un bluff svogliato e ha l’odore stantio del dopobarba del giorno prima“. Al botteghino però ha incassato più di sette milioni e mezzo di dollari in America e ventitré milioni nelle sale estere. Cosa accadrà in Italia?

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