Dal 6 al 16 febbraio si accedono i riflettori sulla sessantaquattresima edizione del Festival di Berlino. Ad aprire la manifestazione sarà la prima mondiale di The Grand Budapest Hotel, l’atteso film diretto da Wes Anderson che ha voluto omaggiare il cinema dei grandi registi europei scappati ad Hollywood negli anni Trenta e Quaranta. Sono bene quattrocento i film in calendario, di cui venti in corsa per l’Orso d’oro: tra i più quotati c’è l’americano Boyhood di Richard Linklater con Patricia Arquette ed Ethan Hawke. Se la giocano anche il giapponese The Little House di Yoji Yamada e il franco-algerino La voie de l’ennemi di Rachid Bouchareb con Forest Whitaker, Harvey Keitel e Brenda Blethyn.
Pellicole provenienti da Algeria, Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Cipro, Danimarca, Germania (quattro lungometraggi), Grecia, Giappone, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Uruguay, ma nessun film italiano in gara. Solo un piccolo spazio per il nostro Paese nella sezione Panorama nella quale troviamo In grazia di Dio di Edoardo Winspeare, Felice chi è diverso di Gianni Amelio e Natural Resistence di Jonathan Nossiter. La giuria – composta da James Schamus (Presidente), Barbara Broccoli, Trine Dyrholm, Greta Gerwig, Christoph Waltz, Mitra Faharani, Michel Gondry e Tony Leung – consegnerà i premi sabato 15 febbraio.
Tra le star del cinema attese nella capitale tedesca ci sono Bradley Cooper, Catherine Deneuve, Viggo Mortensen, George Clooney, Matt Damon, Uma Thurman e Charlotte Gainsbourg. Clooney e Damon presenteranno al pubblico Monument Men (leggi la trama) che arriverà al cinema il 13 febbraio. Oltre a loro nel cast ci sono anche Bill Murray, John Goodman, Bob Balaban, Cate Blanchett, Hugh Bonneville e Jean Dujardin. La Thurman e la Gainsbourg invece porteranno il tanto atteso – e discusso – Nymphomaniac (leggi tutte le news), uscito in Danimarca il giorno di Natale e che sbarcherà in Italia a marzo grazie alla Good Films. Il viaggio erotico di una donna dalla sua nascita fino all’età di cinquant’anni.
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