Domani – lunedì 24 febbraio – e martedì andrà in onda su Rai Uno la miniserie in due puntate Non è mai troppo tardi diretta da Giacomo Campiotti (che ne firma la sceneggiatura insieme a Claudio Fava e Monica Zapelli) con protagonisti Claudio Santamaria e Nicole Grimaudo. E’ la storia di Alberto Manzi (morto il 4 dicembre 1997), maestro e conduttore televisivo del programma che dà il titolo alla fiction stessa. Una trasmissione nata per lottare contro l’analfabetismo (ancora a livelli alti tra il 1959 e il 1968) e che ha avuto grandi successo: grazie a queste lezioni un milione e mezzo di persone hanno conseguito la licenza elementare.
Cosa vedremo nella prima puntata? Ci troviamo nel 1946 e la guerra è appena finita. Manzi (Santamaria) è alla ricerca di un lavoro come insegnante, ma non avendo amici che lo possano raccomandare è costretto ad accettare la cattedra in un carcere minorile. Alberto rischia di perdere il lavoro quando decide di far portare ai ragazzi libri, quaderni e penne che invece sono vietati. Inaspettatamente però i detenuti iniziano a seguire le sue lezioni con interesse e scoprono che lo scrivere li aiuta ad esprimere le loro emozioni. I ragazzi fanno nascere così il primo giornale mai prodotto da un carcere minorile in Italia. Quando l’anno scolastico finisce però Manzi riceve un nuovo incarico in un’università: come farà a dirlo ai suoi ragazzi?
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