In grazia di Dio di Edoardo Winspeare: la crisi raccontata da quattro donne

Arriverà in tutte le sale cinematografiche giovedì 27 marzo il nuovo lavoro di Edoardo Winspeare, distribuito da Good Films in una trentina di copie: In grazia di Dio è la storia di quattro donne che si rifugiano in campagna dopo il fallimento della piccola impresa a conduzione familiare. Tutta colpa della crisi economica. Allora il lavoro della terra e il baratto dei prodotti diventano l’occasione per un nuovo inizio. La pellicola è stata interamente girata in alcune località del Salento (Giuliano Di Lecce, Corsano, Tricase) e interpretata da attori non professionisti: Celeste Casciaro (moglie del regista), Laura Licchetta, Barbara De Matteis, Anna Boccadamo.

Quattro donne completamente diverse: Adele è forte e sola sempre in discussione con la figlia Ina che non vuole assolutamente essere come la madre. Poi c’è Maria Concetta – sorella di Adele – che ha il sogno di diventare attrice, mentre Salvatrice a sessantacinque anni ancora non ha smesso di lavorare la terra. Ma non solo da sole. Ci sono anche alcuni uomini: Cosimo è innamorato di Salvatrice da una vita, Crocifisso un padre sempre nei guai che non ha perso il suo lato umano, Stefano che starà sempre vicino a Ina e suo zio Vito. “E’ difficile mischiare professionisti e non professionisti – ha dichiarato Winspeare durante la conferenza stampa di presentazione – C’è il pericolo di confondere gli uni e gli altri. Abbiamo preparato tantissimo il film, abbiamo girato per cinque settimane, con centocinquantatré sequenze e trenta scene tagliate al montaggio finale”.

Questo film vuole far passare un messaggio importante e cioè che la salvezza di ognuno di noi può arrivare solo da un cambiamento radicale del nostro stile di vita: in questo caso la crisi economica diventa una grande opportunità per cambiare le cose. Una pellicola davvero semplice e girata in dialetto – per questo ci sono i sottotitoli in italiano – che punta alla naturalezza anche grazie ai piani sequenza: “Il film poteva essere girato in Sardegna, Friuli o nel Mississippi”, ha concluso il regista. Non è importante il luogo perché si tratta di una grande metafora del mondo che ci circonda.

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