Mister Ignis: la guerra sconvolge la vita della famiglia Borghi

Andrà in onda oggi – lunedì 12 maggio – e domani – martedì 13 – la miniserie in due puntate diretta da Luciano Manuzzi dal titolo Mister Ignis, che narra la vita di Giovanni Borghi, l’imprenditore milanese soprannominato “cumenda”, una delle figure di maggiore rilievo nel panorama industriale della provincia di Varese. Una persona che ha rivoluzionato il nostro Paese, portando nelle case degli italiani la cucina a gas ed il frigorifero. Nel 2003 lo scrittore e giornalista Gianni Spartà ha pubblicato una sua biografiaMister Ignis: Giovanni Borghi nell’Italia del miracolo e proprio da queste pagine è nata la sceneggiatura della fiction. A vestire i panni dell’imprenditore c’è Lorenzo Flaherty, mentre la moglie Maria De Paoli ha il volto di Anna Valle.

Ci troviamo a Milano. La famiglia Borghi possiede una piccola fabbrica di fornelli elettrici, ma dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale è costretta a trasferirsi in una cittadina della provincia di Varese visto che l’officina è stata distrutta dalle bombe. Giovanni ha molta inventiva e così costruisce nuovi fornelli con delle vecchie lamiere, decidendo di offrirle alle famiglie sfollate in cambio di alimenti. In questo modo Borghi inizia a realizzare prodotti di successo che vadano incontro al gusto degli italiani.

E’ la prima volta che Lorenzo interpreta un personaggio realmente esistito. Per lui è stata un’esperienza esaltante: “E’ stato il simbolo di una stagione felice – ha dichiarato attraverso un’intervista al settimanale Sorrisi e Canzoni Tv – al pari di Enzo Ferrari e Adriano Olivetti“. Vedremo anche i successi sportivi del marchio Ignis, visto che Borghi ha capito subito l’importanza di legare un prodotto ai campioni del ciclismo, del pugilato e del canottaggio più amati. E poi si parlerà della sua vita privata, perché dietro ogni grande uomo c’è una grande donna: “Maria rappresenta una sorta di nido per Giovanni – ha ammesso la Valle – Lo asseconda nei sogni. E’ innamorata del marito, non del successo“.

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