Biopic su Whitney Houston, la famiglia protesta: “Lei vale molto di più di un film…”

La notizia della realizzazione di un biopic su Whitney Houston circola da qualche giorno, ma la famiglia della cantante ed attrice statunitense – scomparsa l’11 febbraio 2012 a causa di un’eccessiva assunzione di droghe che le ha causato un collasso cardiaco – non è affatto d’accordo su questo progetto, tanto da pensare seriamente di ricorrere alle vie legali e bloccare il film. La cognata Pat ha dichiarato attraverso il portale TMZ: “Whitney vale certamente di più di un film pensato per la televisione o per il cinema. Se Whitney fosse qui oggi, questo non sarebbe mai accaduto. Anche perché la sceneggiatura – scritta a quattro mani da Larry Sanitsky e Shem Bitterman e ancora in fase di lavorazione – non si concentrerà sulla carriera di The Voice (questo il suo soprannome), ma sulla vita privata.

Infatti la pellicola – dal titolo provvisorio Whitney Houston – punterà l’attenzione proprio sul rapporto tormentato tra la Houston e l’ex marito (nonché manager) Bobby Brown. Una relazione difficile, costellata di alti e bassi che non hanno risparmiato a Whitney anche episodi di violenza. L’attrice e regista Angela Bassett – al suo esordio dietro la macchina da presa – sente di avere una grande responsabilità: “Ho tantissimo rispetto per le carriere e per l’incredibile talento di Whitney e Bobby. La loro umanità e il loro legame affascinano tutti noi. Sono entusiasta di avere l’opportunità di entrare nel loro mondo”. E lei di biopic se ne intende, visto che nel 1992 ha vestito i panni di Tina Turner nella pellicola di Brian Gibson dedicata alla cantante, dal titolo Tina – What’s Love Got to Do with It.

Per quanto riguarda il cast ancora non si sa nulla, però Rihanna ha dichiarato recentemente attraverso un’intervista alla UK Press Association che farebbe di tutto per ottenere la parte della protagonista. La produzione ancora non si è pronunciata in merito, ma ha annunciato che la pellicola dovrebbe arrivare nelle sale cinematografiche nel 2015. Forse…

Foto by LaPresse/Frank Micelotta

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