David di Donatello, Quentin Tarantino dà forfait: perché?

Sembrava una cosa certa. Pareva sicuro che, dopo la tappa al Festival di Cannes per festeggiare l’anniversario di Pulp Fiction, Quentin Tarantino avesse deciso di approdare a Roma per ricevere i David di Donatello vinti e finora mai ritirati. Il celebre regista sarebbe dovuto arrivare proprio nella mattinata di oggi – 10 giugno – per incontrare al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano insieme a tutti i candidati di quest’edizione e poi ritirare in serata, durante la cerimonia che sarà trasmessa in diretta su Raiuno, i premi conquistati proprio con Pulp Fiction e Django Unchained (entrambi vincitori nella categoria Migliore film straniero). Invece di Tarantino, finora, non s’è vista nemmeno l’ombra.

L’onore di accompagnarlo alla cerimonia sarebbe toccato a Sabrina Ferilli: qualcuno ci spera ancora, ma il condizionale è decisamente d’obbligo perché Tarantino non ha preso l’aereo. I motivi sono ignoti, pare che non sia riuscito a incastrare quest’impegno con gli altri ma la situazione appare ancora piuttosto nebulosa. Magari rilascerà qualche spiegazione “pubblica”, chissà.

Questa mattina, invece, ci sono state due lunghe e sentite standing ovation per Carlo Mazzacurati e per Sophia Loren; il regista scomparso lo scorso gennaio e l’attrice tornata sul set come protagonista del cortometraggio La voce umana diretto dal figlio Edoardo Ponti sono i destinatari dei Donatello Speciali 2014. “Quando dico – ha spiegato il Presidente – che l’Italia ha bisogno di cambiamenti e riforme, dico che bisogna liberarsi da schemi del passato, c’è bisogno di visioni più aperte che sprigionino energie innovative e qualità di crescita“.

Nel nostro Paese – ha fatto eco il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini – stiamo vivendo una grande stagione di vitalità, e lo dimostrano gli ultimi riconoscimenti ricevuti, dall’Oscar a Sorrentino, Leone d’Oro a Sacro Gra e Grand Prix di Cannes a Le Meraviglie. Questi successi rappresentano motivi di grande soddisfazione e ci dicono che dobbiamo continuare a scommettere sulla qualità e sui talenti. Il cinema non rappresenta solo un pezzo significativo della nostra identità ma rappresenta un importante settore di sviluppo economico e occupazionale“.

foto Piergiorgio Pirrone – LaPresse

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